Gallaccini, Teofilo
,
Trattato sopra gli errori degli architetti
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PARTE PRIMA.
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nelle materie, delle quali ſi dee far la ſtruttura; </
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preserve
">poichè le buone, e le ree con-
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/>
dizioni delle materie ſon cagione delle buone, e delle male condizioni di qua-
<
lb
/>
lunque edificio. </
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echoid-s340
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preserve
">E perchè queſto non baſta per venire in cognizione dei diſet-
<
lb
/>
ti appartenenti alle materie, perciò importa il fare una matura conſiderazione
<
lb
/>
di eſſe, affinchè ſi rendano più noti. </
s
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s
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echoid-s341
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preserve
">Dichiamo adunque, procedendo con qual-
<
lb
/>
che ordine, che le materie delle muraglie, o ſi ricevono ſolamente dalla Na-
<
lb
/>
tura, o dalla Natura inſieme, e dall’Arte. </
s
>
<
s
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echoid-s342
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preserve
">Quelle, che ſi hanno ſolamente dal-
<
lb
/>
la Natura, o ſono la rena, o le pietre, o l’acqua, o i legnami. </
s
>
<
s
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echoid-s343
"
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="
preserve
">Quelle, che
<
lb
/>
ſi ricevono dall’Arte, e dalla Natura, ſono la calcina, i mattoni, le pietre la-
<
lb
/>
vorate, i legnami lavorati, e i ferramenti.</
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>
<
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echoid-s344
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preserve
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p
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echoid-s345
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preserve
">Gli errori, i quali appariſcono nelle materie ſolamente della Natura, ſono,
<
lb
/>
come quando s’adopera rena di cava, e ſpecialmente quella, che è terroſa,
<
lb
/>
fangoſa, e groſſa, la quale ſi mangia la calcina, e impaſtata con eſſa non fa
<
lb
/>
preſa, nè forte legamento di muro, ed è come ſe ſi muraſſe colla ſemplice ter-
<
lb
/>
ra, come anticamente ſi uſava in Siena, ove ſi veggono molte mura vecchie
<
lb
/>
murate con terra, la quale tanto tiene, e lega inſieme i mattoni, e le pietre,
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lb
/>
quanto dura l’umidità ſua fangoſa, che diſſeccata, finalmente ſi ſnerva, ſi ri-
<
lb
/>
duce in polvere, e ſi fa ſimile alla terra dei campi, o al terreno, come ſpeſſo
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lb
/>
avviene in quelle parti di Toſcana, ove non ſi trova la puzzolana. </
s
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<
s
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echoid-s346
"
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="
preserve
">Ma quan-
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lb
/>
do ſi ha da uſar la rena di cava, non ſi piglia la bianca, perchè è la peggio-
<
lb
/>
re di tutte, di pari che la rena groſſa, benchè ſia la più tenace, perciocchè ſi
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lb
/>
fende facilmente, così ancora ogni rena, che maneggiata colle mani non ſtri-
<
lb
/>
de, e macchia i panni, e meſcolata coll’acqua l’intorbida, o la rende fango-
<
lb
/>
ſa. </
s
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<
s
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echoid-s347
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="
preserve
">E finalmente quella, che ſarà ſtata lungo tempo all’aria, al Sole, alla Lu-
<
lb
/>
na, e alle piogge, per aver natura di terreno, ſarà meſcolata con umor mar-
<
lb
/>
cido, e diſpoſta ſpontaneamente a produrre erbe, e arboſcelli. </
s
>
<
s
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echoid-s348
"
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="
preserve
">Nè perchè da
<
lb
/>
noi s’eſcluda la rena di cava, ſi dee perciò intendere aſſolutamente; </
s
>
<
s
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="
echoid-s349
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="
preserve
">impercioc-
<
lb
/>
chè fra le rene, che ſi cavano, la migliore di tutte ſi è la puzzolana, della
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lb
/>
quale abbondano Napoli, e Roma, e noi in vece di eſſa abbiamo una ſpecie
<
lb
/>
di rena, che ſi cava da una ragione di tufo, che è dotata di tutte le buone qua-
<
lb
/>
lità: </
s
>
<
s
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echoid-s350
"
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="
preserve
">queſto è proſſimo alla pietra pure di tufo, di color più chiaro, e di terra
<
lb
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d’ombra meno oſcura, che s’accoſta al color giallo ſmorto. </
s
>
<
s
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echoid-s351
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="
preserve
">E queſta rena ſi po-
<
lb
/>
trà dire rena pietroſa, molto differente dalla rena terroſa, la quale ſi cava dal tu-
<
lb
/>
fo, che ha più natura di terra, eſſendo più umido, più groſſo, più frangibile, e
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lb
/>
di color di terreno da coltivare. </
s
>
<
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echoid-s352
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="
preserve
">Ovvero quando ſi adoprano le pietre non lavora-
<
lb
/>
te, come le pietre tonde, pulite, eguali, cioè, le ſcelte de’letti de’fiumi, e dei
<
lb
/>
campi: </
s
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<
s
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echoid-s353
"
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="
preserve
">ovvero ſe ſaranno troppo tenere, e frangibili: </
s
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<
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echoid-s354
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="
preserve
">imperciocchè le prime nel-
<
lb
/>
la ſtruttura delle muraglie non fanno buon legamento, nè ritengono fortemente
<
lb
/>
la calcina, nè fanno buon ripieno: </
s
>
<
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preserve
">concioſſiachè accoſtandoſi coll’ altre pietre, o
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lb
/>
con i mattoni, laſciano ſpeſſe vacuità, le quali malamente ſi poſſono riempiere,
<
lb
/>
ſe non vi ſi conſuma gran quantità di calcina, o ſe non vi ſi pone gran copia
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lb
/>
di minuti pezzi, i quali, benchè ſieno ben battuti, nondimeno di eſſi non ſi fa
<
lb
/>
buon componimento di muro, eſſendo d’opera cementizia, biaſimata meritamen-
<
lb
/>
te dagli Architetti; </
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<
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echoid-s356
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preserve
">di modo che per ogni lieve occaſione, o pel calare della mu-
<
lb
/>
raglia, o per la preſſione del peſo, o per lo ſpegner degli archi, o per gl’introna-
<
lb
/>
menti, ſi aprono; </
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<
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="
preserve
">e toſto che una parte comincia a rovinare, facilmente, e con
<
lb
/>
poca forza tutta rovina, e ſi converte in macia, ed in cumulo di ſaſſi, ſiccome
<
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/>
ſi vede bene ſpeſſo nelle fabbriche di villa: </
s
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<
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echoid-s358
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preserve
">come ſono quelle ſtrutture, e quei
<
lb
/>
muramenti, che da Vitruvio nel cap. </
s
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echoid-s359
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">3. </
s
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<
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echoid-s360
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preserve
">del ſecondo Libro ſi dicono di muro in-
<
lb
/>
certo: </
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echoid-s361
"
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="
preserve
">o quelle, che ſi appellano opere cementizie, delle quali, ſiccome delle altre
<
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ſpecie di ſtrutture ſi fa menzione da Marziale nel IX. </
s
>
<
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echoid-s362
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preserve
">Libro, Epigramma 77. </
s
>
<
s
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echoid-s363
"
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="
preserve
">che
<
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/>
ha per titolo = De balneo Tuccœ:</
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s
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echoid-s364
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"/>
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>
<
p
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it
">
<
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echoid-s365
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preserve
">Non ſilice duro, ſtructilive cemento,
<
lb
/>
Nec latere cocto, quo Semyramis longam
<
lb
/>
Babylona cinxit, Tucca balneum fecit;
<
lb
/>
</
s
>
<
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echoid-s366
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preserve
">Sed ſtrage nemorum, pineaque </
s
>
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echo
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