1dendo alla liberale profferta così fatte parole: “ Inventa mea geometrica
mechanica, hoc est nugas illas, quas inveni, sed non digessi, circa centra gra
vitatis figurarum, Geometris, siquidem finita et in ordinem redacta habebo,
fortasse favorem et diligentiam, quam mihi tanta liberalitate offers, non re
cusabo (MSS. Gal. Disc., T. XL, fol. 76).
mechanica, hoc est nugas illas, quas inveni, sed non digessi, circa centra gra
vitatis figurarum, Geometris, siquidem finita et in ordinem redacta habebo,
fortasse favorem et diligentiam, quam mihi tanta liberalitate offers, non re
cusabo (MSS. Gal. Disc., T. XL, fol. 76).
Si prometteva dunque dal Torricelli una cosa, che gli avrebbe dovuto
accrescere di molto il merito e la gloria, perchè, dall'umile condizione di
respigolatore nel capo altrui, veniva a sollevarsi all'altezza di cultore nel
campo proprio. Ma pur egli confessa di andar languidamente a conquistare quel
merito e quella gloria, distratto dagli esercizi dell'arte di formare i vetri per i
Canocchiali, che venivano a lusingarlo con lodi molto più ambite, e a ricom
pensarlo con premi assai più grandi, quandoquidem serenissimi Magni Ducis
effusa et vere regia liberalitas magno auri pondere donatum me non se
mel voluit (Op. geom., P. II cit., pag. 150). Ma non è già la sete dell'oro,
si piuttosto il gusto di avere a mano un ottimo Telescopio che, come del
trattato dei centri di gravità, lo fa non curante di quell'altro delle propor
zioni, in fine al proemio del quale così scriveva: “ Interea praestat circa vitra
ad usum Telescopii potius laborare, quae ab omnibus Europae partibus expe
tuntur, quam circa theorematum dispositionem figurarumque accuratam de
scriptionem excruciari: peracta scilicet inventione, quae sola voluptati esse
potest ” (MSS. Gal. Disc., T. XXVI, fol. 59).
accrescere di molto il merito e la gloria, perchè, dall'umile condizione di
respigolatore nel capo altrui, veniva a sollevarsi all'altezza di cultore nel
campo proprio. Ma pur egli confessa di andar languidamente a conquistare quel
merito e quella gloria, distratto dagli esercizi dell'arte di formare i vetri per i
Canocchiali, che venivano a lusingarlo con lodi molto più ambite, e a ricom
pensarlo con premi assai più grandi, quandoquidem serenissimi Magni Ducis
effusa et vere regia liberalitas magno auri pondere donatum me non se
mel voluit (Op. geom., P. II cit., pag. 150). Ma non è già la sete dell'oro,
si piuttosto il gusto di avere a mano un ottimo Telescopio che, come del
trattato dei centri di gravità, lo fa non curante di quell'altro delle propor
zioni, in fine al proemio del quale così scriveva: “ Interea praestat circa vitra
ad usum Telescopii potius laborare, quae ab omnibus Europae partibus expe
tuntur, quam circa theorematum dispositionem figurarumque accuratam de
scriptionem excruciari: peracta scilicet inventione, quae sola voluptati esse
potest ” (MSS. Gal. Disc., T. XXVI, fol. 59).
L'invenzione, della quale il Torricelli qui e altrove tanto si compiace,
consiste nell'essersi, com'egli dice, incontrato nella soluzione di quell'ottico
problema tamdiu perquisiti, cuius videlicet figurae esse debeant superficies
vitrorum, quae ad usum Telescopii elaborantur (Op. cit., pag. 150). Sa
rebbe la compiacenza stata più giusta, se avesse scoperta e dimostrata la legge
delle rifrazioni, ciò ch'essendo rimasto a fare allo Snellio e al Cartesio, non
aveva dunque il Torricelli propriamente risoluto un problema di scienza, ma
di semplice arte vetraria, e per emulare un occhialaio di Napoli non si curò
di disporre i suoi teoremi e di descrivere accuratamente le sue figure di Geo
metria. Giacciono infatti que'teoremi confusamente scritti nelle carte disperse,
e abbandonati: le figure illustrative vi son neglette, e rimane appena nel
l'Autore una languida memoria di quelle, ch'erano vere invenzioni, e che
gli avrebbero meritata appresso i posteri una vera gloria: cosicchè, invitato
un giorno a discorrerne per lettera da Michelangiolo Ricci rispondeva in fretta
di non saperlo fare perchè aveva la testa piena di vetri ” (MSS. Gal. Disc.,
T. XL, fol. 88).
consiste nell'essersi, com'egli dice, incontrato nella soluzione di quell'ottico
problema tamdiu perquisiti, cuius videlicet figurae esse debeant superficies
vitrorum, quae ad usum Telescopii elaborantur (Op. cit., pag. 150). Sa
rebbe la compiacenza stata più giusta, se avesse scoperta e dimostrata la legge
delle rifrazioni, ciò ch'essendo rimasto a fare allo Snellio e al Cartesio, non
aveva dunque il Torricelli propriamente risoluto un problema di scienza, ma
di semplice arte vetraria, e per emulare un occhialaio di Napoli non si curò
di disporre i suoi teoremi e di descrivere accuratamente le sue figure di Geo
metria. Giacciono infatti que'teoremi confusamente scritti nelle carte disperse,
e abbandonati: le figure illustrative vi son neglette, e rimane appena nel
l'Autore una languida memoria di quelle, ch'erano vere invenzioni, e che
gli avrebbero meritata appresso i posteri una vera gloria: cosicchè, invitato
un giorno a discorrerne per lettera da Michelangiolo Ricci rispondeva in fretta
di non saperlo fare perchè aveva la testa piena di vetri ” (MSS. Gal. Disc.,
T. XL, fol. 88).
Quelle invenzioni, nelle quali non ebbero la fortuna d'incontrarsi nè
l'antico Archimede, nè i moderni commentatori di lui, come il Commandino,
il Valerio, il Galileo, consistevano nei centri di gravità della callotta, del set
tore e del frusto di sfera; della cicloide, e d'innumerevoli altre superficie e
solidi, con metodi affatto nuovi: che se fosse stato tutto messo in ordine di
trattato alla pubblica luce, la Meccanica avrebbe avuto dal Torricelli un libro
non men compiuto, ma assai più bello di quel del Wallis. Ebbe non poca
l'antico Archimede, nè i moderni commentatori di lui, come il Commandino,
il Valerio, il Galileo, consistevano nei centri di gravità della callotta, del set
tore e del frusto di sfera; della cicloide, e d'innumerevoli altre superficie e
solidi, con metodi affatto nuovi: che se fosse stato tutto messo in ordine di
trattato alla pubblica luce, la Meccanica avrebbe avuto dal Torricelli un libro
non men compiuto, ma assai più bello di quel del Wallis. Ebbe non poca