Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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266242DELLA FORZA DE’ CORPI ſingolari, e così illuſtri e maraviglioſi, qual ne è
ſtato non ſommamente conſentaneo, e del tutto
corriſpondente all’ oſſervazione et al vero?
e quan-
tunque non ſi diſdirebbe al noſtro ſecolo diante-
porſi a tutti gli altri, che ſono ſtati di voi privi;
quando però è ſtato mai che voi vogliate valervi
della felicità e virtù voſtra a diſprezzo d’ altrui?

che anzi avete voluto nell’ ampiezza quaſi infinita
del voſtro animo ricevere non ſolo i ritrovamenti
da voi fatti, ma quelli ancora, che fecero le età
paſſate;
e queſti tutti avete ſottiliſſimamente con-
ſiderati, ed apprezzati ciaſcuno, ſecondo che con-
veniva, volendo ſtudiarli e ſaperli non men che i
voſtri;
e di tanto poi gli avete con l’ingegno ab-
belliti et ornati, che eglino ſteſſi, per quel ch’io
creda, più toſto voſtri eſſer vorrebbono, che dei
loro primi ritrovatori.
E queſto è quello, ch’ io
vorrei, che faceſſe ognuno nella profeſſion ſua,
maſſimamente il filoſofo;
in cui tanto non ripren-
do io l’amore della novità, che voglio anzi, che
s’ ingegni e ſi sforzi, quanto può, di andar dietro
alle coſe nuove, uſando di quella temperanza, di
cui voi avete laſciato a i poſteri nelle voſtre divi-
ne opere un’ eſempio cotanto illuſtre.
Ne ſolamen-
te voglio, che egli ſtudj quelle coſe, che egli ſpe-
ra di poter trovar da ſe ſolo;
ma perchè molte
ne ſono, che un ſolo uomo facilmente ritrovar
non potrebbe, voglio, che pongaſi in comunità
con molti, contentandoſi, ſe non ha tutta la lode
del rittovamento, di averne qualche parte;
e

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