Alberti, Leon Battista, L' architettura

Table of contents

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[101.] Del Capitello Dorico, Ionico, Corinthio, & Toſchano. Cap. VIII.
[102.] De gli arcbitraui, de capitelli, de correnti, o uuoiſregi, delle Tauole, menſole, o menſoloni, tegeli, embrici, canali, & altre ſimil coſe appartenenti alle colonne. Cap. IX.
[103.] Del pauimento del Tempio, de gli ſpatij di dentro del luogo dello Altare, de le mura, & de loro addornamenti. Cap. X.
[104.] Perche cagione è bene che i tetti de Tempij ſieno in uolta. Cap. XI.
[105.] De uani de tempij, delle finestre, porti, uſci, & de membri, & ornamenti loro. cap. XII.
[106.] De lo Altare, Comunione, Lumi, & Candellicri. Cap. XIII.
[107.] De principij de le Baſiliche, de Portici, de le parti de la muragl ia, & in quello, che elle ſian@ differenti da Tempij. cap. XIIII.
[108.] Facciata di dentro de la Baſilica ſenza la naue cauſidica.
[109.] Faccia dela Baſilica di dentro con la naue cauſidica.
[110.] De colonnati con gli Architraui, & con gli Archi, di che ſorte Colonne ſi habbino a me@ tere nelle Baſiliche, & che cornici, & doue ſi habbino a collocare; della Altezza, & larghezza delle finestre; delle loro ferrate, delle impalcature, & delle Porte delle Baſiliche, & de modi loro. Cap. XV.
[111.] De ſegni posti per memoria delle gran’coſe fatte publicamente, & in eſſe eſpeditioni delle guerre & nelle uittorie ancora da Romani & Greci. Cap. XVI.
[112.] Se e’ ſi debbon’ metter’ le statue ne Tempij, & di che coſa ſi debbon’ fare piu com-modamente. Cap. XV II.
[113.] DELLA ARCHITETTVRA DI LEONBATTISTA ALBERTI. LIBRO OTTAVO. Dell’ ornamento delle uie maeſtre dentro o fuori della Città, doue ſi babbino a ſotterrare, o abbruciare i corpi morii. Cap. I.
[114.] De uarij modi de ſepolcri, & del ſeppellire. Cap. II.
[115.] Delle cappellette, de Sepolcri, delle Pyramidi, Colonne, Altari, & Mole. Cap. III.
[116.] Delle Torri, & loro addornamenti. Cap. V.
[117.] De le ſtrade piu principali de la città, & come ſi adornino le porte, i porti, & i ponti, gli ar- # chi, i riſcontri di piu uie, & la piizza. Cap. VI.
[118.] Dello adornare gli ſpettacoli, i Teatri, i loghi da correre, & quanta ſia la utilitd loro Cap. VII.
[119.] Dello Amfiteatro, del cerchio, de luoghi da paſſeggiare, de gradi da ſedere, & de portici de giudici minori, & de loro adornamenti. Cap. VIII.
[120.] Dello adornare, i luoghi del conſiglio, & le curie; de Boſchi, delle Città, de luoghi da notare, delle Librerie, delle Scuole, delle Stalle, de gli Arzanali, & de gli ſtrumenti matematici. Cap. IX.
[121.] Delle Termc, o bagni, & dclle loro commodità & addornamenti. Cap. X.
[122.] Che e'ſi debbe hauer riſpetto in tutte le coſe, & maſſimo nella Archit ettura, alla utilit à, & alla Parſimonia, & de gli adornamenti della caſa Re-gale, Senatoria, & Conſolare. Cap. I.
[123.] De gli addornamenti de gli edifitij della città & di quelli della V illa. Cap. II.
[124.] Ne la Città, ne la Villa m'increſce Et bene appreſſo di Marziale.
[125.] Che le parti, & le membra de gli edifitij ſono infra loro differenti, di Natura, & diſpe tie, & che elle ſi debbono addornare in uariij modi Cap. III,
[126.] Con quai pitture, con che frutti, & con quai ſorti di ſtatue ſi debbino adornare le caſe de priuati, i pauimenti, le loggie, le altre ſtanze, & i Giardini. Cap. IIII.
[127.] Che tre ſono le coſe principali che fanno gli edifitij belli, & gratioſi, il Numero delle membra, la Forma, & il Sito. Cap. V.
[128.] Della corriſpondenza de’ Numeri, del miſur are lc piante, & del modo della Regola del terminare che non è naturale, nè delle Armonie, nè de’ Corpt. Cap. V I.
[129.] 4. vie 9. 36 6. vie 6 36.
[130.] Del modo del por le colonne, della miſura & della collocatione loro. Cap. VII.
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            dezza delle ſpeſe & </s>
            <s xml:id="echoid-s10211" xml:space="preserve">ardendo di deſiderio della gloria, & </s>
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            to è poteſſero di ſpandere la fama del nome loro; </s>
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            (per ſino a quanto poterono) a ſpeſa alcuna, & </s>
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            parono tutto quello, che poteſſe & </s>
            <s xml:id="echoid-s10215" xml:space="preserve">l’arte, & </s>
            <s xml:id="echoid-s10216" xml:space="preserve">la forza de gli ingegni & </s>
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            ſtri. </s>
            <s xml:id="echoid-s10218" xml:space="preserve">Contendendoſi adunque & </s>
            <s xml:id="echoid-s10219" xml:space="preserve">di diſegno, & </s>
            <s xml:id="echoid-s10220" xml:space="preserve">di conuenientia di lauori, di eſ-
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            ſere uguali a’ Re. </s>
            <s xml:id="echoid-s10221" xml:space="preserve">Ottennero ſecondo me di non gli eſtere in tal’ caſo molto
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            inferiori. </s>
            <s xml:id="echoid-s10222" xml:space="preserve">Et però riſerbinſi nel libro, che uiene. </s>
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            fatte coſe arrecheranno quando ſaranno lette ad altrui piacere. </s>
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            mo qui indietro quel che fà a noſtro propoſito.</s>
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          modamente. Cap. XV II.</head>
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            no che il Re Nũma nõ volle che ne Tempij ſi metteſſe ſimulacro alcuno,
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            ſeguendo la diſciplina di Pittagora. </s>
            <s xml:id="echoid-s10228" xml:space="preserve">Et però Seneca ſi rideua di ſe, & </s>
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            ſuoi cittadini, fcherziamo diceua come i bambini con le bambole, ma quelli
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            che impararono da noſtri antichi adducẽdone la ragione diſcorrono in que-
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            ſto modo delle coſe de gli Dij. </s>
            <s xml:id="echoid-s10230" xml:space="preserve">Chi ſarà tanto ſciocco che nõ ſappia che le coſe,
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            de gli Dij ſi hanno a cõſiderare con la mente & </s>
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            nifeſta che e’ non ſi può dare alcune forme con lequali ſi poſſa in alcuna parte
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            ancor’ che minima, imitare, o ſormare una coſa di tanta grandezza com’ è Dio;
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            potrà ſecondo le forze ſue intendere & </s>
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            del primo motore, & </s>
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            fatte manualmente. </s>
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            dicono che certe ſorti di huomini furono connumerati infra gli Dij, con otti-
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            mo certo & </s>
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            leuandoſi dalla loro mala uita, ſi riuoltaſsino a doue fuſsino le ſtatue, & </s>
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            do ad adorarle, penſaſsino di and are ad adorare gli Dij. </s>
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            coloro, che haueſsino meritato aſſai da gli altri huomini, o che è penſaſsino
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            che e’fuſsino da douere eſſere conſacrati per Dij, accioche honorati da poſteri
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            gli accendeſſero di zelo di gloria cercando di imitarli. </s>
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            aſſai quali ſtatue, & </s>
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            materia ui ſi ponghino. </s>
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            dere, come quelle che ſi mettono ne gli horti, per ſpauentacchio de gli vccegli,
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            ne come quelle che ſi mettono ne portici de ſoldati, & </s>
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            ſia bene metterle in luoghi ſtretti, & </s>
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            remo prima di che materia ſia ben’ farle, & </s>
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            che gli antichi faceuano le ſtatue di legno, ſi come in Delo fù la ſtatua di Apolli
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            laquale molti raccontano che ſi mantenne ſalda lungo tempo, & </s>
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