Zanotti, Francesco Maria
,
Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre
,
1752
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LIBRO III.
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chè ne ſono ancor di quelle, che una ſola età com-
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piere non potrebbe, ricercandoviſi l’ oſſervazio-
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ne perpetua e coſtante di molti ſecoli, per ciò vo-
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glio ancora, che egli ſi metta in ſocietà coi paſſati,
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perfezionando quello, che eſſi ci laſciarono di im-
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perfetto, e conducendo a fine i ritrovamenti, che
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eſſi finir non poterono. </
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preserve
">Nel che però dovrà guar-
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darſi da un’ errore, in cui cadono molti, i quali
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per aver data l’ultima mano credono, eſſi ſoli do-
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/>
ver’ eſſer lodati dell’ invenzione; </
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">la quale in vero
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è un’ opinione ſuperba e irragionevole; </
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">percioc-
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chè dell’ invenzione lodar ſi debbono tutti quelli,
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che hanno fatto quel, che potevano, eche era pur
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neceſſario di fare per trovar la coſa; </
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">e come a tro-
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varla è neceſſario quaſi ſempre cercarla prima in
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più maniere, e tentar varj mezzi, e incamminarſi
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per varie vie, et errar molte volte, e tornare ad-
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dietro; </
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">così quelli, che prima di noi tentarono,
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benchè ſi avvolgeſsero in molti errori, ne tempo a-
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/>
veſſero di giunger, dove noi ſiamo giunti, pur fe-
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lb
/>
cero quello, che era neceſſario di fare, acciocchè
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/>
noi vi giungeſſimo, e debbono venire a parte dell’
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lb
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invenzione. </
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preserve
">E certo io non dirò mai, che il mara-
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/>
viglioſo ſiſtema del mondo propoſtoci ultimamen-
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lb
/>
te dall’ incomparabil Neuton ſia il ritrovamento
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/>
d’ un’ uomo ſolo, ne lo direbbe, cred’ io, lo ſteſ-
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/>
ſo Neuton, che ſiccome d’ ingegno e di ſapere
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parve, che ſuperaſſe tutti gli altri, così di mode-
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lb
/>
razione e di prudenza non fu ſuperato da niuno.
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lb
/>
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">Imperocchè quel ſiſtema non potea ſtabilirſi </
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