Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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273LIBRO I. quelle, che ſon propinque, e per così dir fini-
time alla notomia, come ſarebbono la medici-
na, la chimica, la chirurgia, la naturale iſto-
ria, ma anche nella dialettica, nella fiſica, nella
matematica, nella filoſoſia tutta, nelle quali tan-
to ſavio vi dimoſtrate, che ben ſi vede, che po-
treſte trattare ancor queſte ottimamente, ſe vole-
ſte.
Et oltre a tanta dottrina avete anche ador-
nata la notomia voſtra di così vaga e leggia-
dra forma di ſcriver latino, che io non ſo, qual
Muſa aveſſe potuto ornarla meglio.
Alle quali
coſe tutte ( ſe io voleſſi pure paleſare al Mondo
ciò, che pare, che voi abbiate voluto, che ſia.
naſcoſto ) potrei aggiungere un perfettiſſimo, e
finiſſimo diſcernimento in ogni maniera di poeſia
volgare, e latina, et una certa ſingolar grazia di
ſcriver toſcano, nel quale parmi aſſai volte, che
volendo imitare quegli antichi eccellentiſſimi
ſcrittori, gli abbiate anzi ſuperati.
E forſe an-
cora in queſti ſtudj avete cercato alcun’ orna-
mento alla voſtra Notomia.
La qual però ſe vi
ha conceduto di poter traſcorrere in eſſi di quan-
do in quando, e dar loro qualche parte del vo-
ſtro ozio, riſerbando a ſe ſteſſa tutte le voſtre
fatiche, non ſo ſe vi permetterà così di leggie-
ri, che vi fermiate lungamente ſu le medeſime
coſe, e ritorniate più volte con l’ animo alla.

ſteſſa quiſtione;
tanto più che per l’ altezza del
grandiſſimo ingegno voſtro non ne avete in al-
cun modo biſogno.
Il perchè io ho temuto

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