Potrà dapoi ciaſcuno fabricare machine, & comporle di più ſor
ti, come di taglie, & molinelli, ò di argani, ouero di più rote
co' denti, ouero in qual ſi voglia altro modo; & da quelle co
ſe che habbiamo detto ageuolmente ritrouare la proportio
ne tra il peſo, & la poſſanza.
ti, come di taglie, & molinelli, ò di argani, ouero di più rote
co' denti, ouero in qual ſi voglia altro modo; & da quelle co
ſe che habbiamo detto ageuolmente ritrouare la proportio
ne tra il peſo, & la poſſanza.
In queſto loco è da por mente, che ſe l'Autore non hà ſeruato il modo di conſide
rare queſti due vltimi iſtrumenti, cioè il cuneo, & la vite, come hà fatto la leua,
la taglia, & l'aſſe nella rota, ne'quali puntalmente hà dimoſtrato la proportione
della forza co'l peſo; che ciò hà egli fatto per eſſere queſti due iſtrumenti, cioè
il cuneo, & la vite per ſe ſtesſi non atti ad eſſere conſiderati in quanto ſoſtengo
no il peſo, ma ben in quanto lo mouono. Percioche eſſendo, che le poſſanze lo
quali mouono poſſano eſſere infinite, non ſene puo aſſegnare ferma regola, co
me ſi farebbe della poſſanza, che ſoſtiene, laquale è vna ſola, & determinata. Hor
che il cuneo non ſia atto ad eſſere conſiderato in quanto ſoſtiene, queſto è chia
ro per ſe ſteſſo: ſimilmente che la vite non ſia atta ad eſſere conſiderata in quan
to ſoſtiene, ciò pur ſi vede manifeſto nelle viti ordinarie da mouer peſi. Come per
eſempio nella figura poſta quì di ſopra, imaginiamoci che la madre S della det
ta vite QR ſtia ferma; poi ſia il peſo V attaccato alla vite di che grauezza ſi vo
glia, & hora maggiore, & hora minore, con tutto ciò il peſo V non farà giamai
sì, che la vite QR cali al baſſo volgendoſi nella madre. Doue eſpreſſamente ſi
vede, che non ſi può fare il peſo V di tal ſorte, & grandezza che la vite ſtia ferma,
talche per ogni minima aggiunta che ſi faceſſe al peſo ella andaſſe al baſſo; percio
che, ſi come è detto, ſempre reſterebbe ferma. L'Autore dunque hà trattato de i
due predetti vltimi ſtromenti per quanto comportaua la natura loro, ſi come pa
ragonando inſieme tutti cinque gli ſtrumenti da mouere peſi per concluſi one
dell'o pera, dice. “Dimoſtrate queſte coſe egli reſta chiaro, & quel che ſegue ſin'al
ſine.
rare queſti due vltimi iſtrumenti, cioè il cuneo, & la vite, come hà fatto la leua,
la taglia, & l'aſſe nella rota, ne'quali puntalmente hà dimoſtrato la proportione
della forza co'l peſo; che ciò hà egli fatto per eſſere queſti due iſtrumenti, cioè
il cuneo, & la vite per ſe ſtesſi non atti ad eſſere conſiderati in quanto ſoſtengo
no il peſo, ma ben in quanto lo mouono. Percioche eſſendo, che le poſſanze lo
quali mouono poſſano eſſere infinite, non ſene puo aſſegnare ferma regola, co
me ſi farebbe della poſſanza, che ſoſtiene, laquale è vna ſola, & determinata. Hor
che il cuneo non ſia atto ad eſſere conſiderato in quanto ſoſtiene, queſto è chia
ro per ſe ſteſſo: ſimilmente che la vite non ſia atta ad eſſere conſiderata in quan
to ſoſtiene, ciò pur ſi vede manifeſto nelle viti ordinarie da mouer peſi. Come per
eſempio nella figura poſta quì di ſopra, imaginiamoci che la madre S della det
ta vite QR ſtia ferma; poi ſia il peſo V attaccato alla vite di che grauezza ſi vo
glia, & hora maggiore, & hora minore, con tutto ciò il peſo V non farà giamai
sì, che la vite QR cali al baſſo volgendoſi nella madre. Doue eſpreſſamente ſi
vede, che non ſi può fare il peſo V di tal ſorte, & grandezza che la vite ſtia ferma,
talche per ogni minima aggiunta che ſi faceſſe al peſo ella andaſſe al baſſo; percio
che, ſi come è detto, ſempre reſterebbe ferma. L'Autore dunque hà trattato de i
due predetti vltimi ſtromenti per quanto comportaua la natura loro, ſi come pa
ragonando inſieme tutti cinque gli ſtrumenti da mouere peſi per concluſi one
dell'o pera, dice. “Dimoſtrate queſte coſe egli reſta chiaro, & quel che ſegue ſin'al
ſine.