Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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Dai medesimi principii si concluderà pure che, avendo il trilineo AIC
il
suo centro di gravità a tre quarti dal vertice, il frusto superiore di lui,
chiamandosi
CT il colonnare intero, sarà P=3/4CT. Consideriamo ora che
il
colonnare CP è doppio di CT, perchè, avendo ambedue i solidi la mede­
sima
altezza, la base parabolica DAC è doppia della trilinea AIC, e perciò
F
=3/8.2CT=3/4CT=P. Se dunque P=F, per la sopra contrasse­
gnata
con asterisco, sarà anche QS=QR, e son con ciò fatte note tutte
quelle
porzioni, che bisognano per riferire il punto S alle due estremità della
libbra
.
Abbiamo infatti DS=DQ—QR=DQ—(DR—DQ)=2DQ—DR;
SC
=QC+QR=QC+QC—RC=2QC—RC.
Ma 2DQ—DR=
2
.2/3DC—4/5DC=8/15DC; 2QC—RC=2/3DC—1/5DC=7/15DC;
dunque
DS:SC=8:7.

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