Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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Et fatte ſiano alla lonica, ouero alla Corinthia. Le miſure delle colonne, & i com
partimenti
non ſaranno fatte con le iſteſſe ragioni, come ho ſcritto de i Tempij. perche
conuengono
hauere altra grauitá ne i Tempij de i Dei, & altra ſottilità ne i portichi, oue­
ro
nelle altre opere, & però ſe le colonne ſaranno di maniera Dorica, ſiano partite le loro
altezze
con i capitelli in parti quindici, & di quelle una ſia il modulo, alla cui ragione ſi eſpe
dirà
tutta l'opera: & da piedi la groſſezza della colonna, ſi faccia di due moduli: lo ſpatio
tra
le colonne di cinque & meza: l'altezza delle colonne eccetto il capitello di quattordici
moduli
: l'altezza del capitello d'uno modulo: la larghezza di due, & d'un ſeſto: le altre
miſure
del reſtante dell'opera, ſi faranno, come s'è detto de i Tempij nel quarto libro.

Ma
s'egli ſi faranno le colonne Ioniche, il fuſto della colonna oltra la baſa, & il capitello
ſia
diuiſo in otto parti & meza, & di queſte una ſia data alla groſſezza della colonna: la ba­
ſa
con l'orlo ſia fatta per la metà della groſſezza.
Il capitello ſi farà con la ragion detta
nel
terzo libro.
Se la colonna ſarà di maniera Corinthia, il fuſto, & la baſa ſia come la Io
nica
, ma il capitello ſecondo che è ſcritto nel quarto libro.
La aggiunta del piedeſtalo,
che
ſi fa per gli ſcabelli diſpari, ſia preſa dal diſegno ſopra ſcritto nel terzo libro.
Gli Ar­
chitraui
, goeciolatoi, & tutto il reſto de membri, ſecondo la ragione delle colonne ſi
piglieranno
da gli ſcritti, de i uolumi ſuperiori.
Ma gli ſpatij di mezo, che ſaranno alla
ſcoperta
tra i portichi, ſi deono ornare di uerdure, perche il paſſeggiare alla ſcoperta ritie­
ne
gran ſalubrità: & prima da gli occhi, perche lo aere aſſotigliato dalle uerdure, entran
do
per cagione del mouimento del corpo, aſſottiglia la ſpecie del uedere, & coſi leuan­
do
il groſſo humore da gli occhi laſcia la uiſta ſottile, & la ſpecie acuta.
Oltra di queſto
ſcaldandoſi
il corpo per lo mouimento del caminare, aſciugando lo aere gli humori dalle
membra
, ſcema la pienezza loro, & diſsipando gli aſſottiglia, perche ne ſono molto piu di
quello
, che il corpo puo ſoſtenere.
Et che queſto coſi ſia, egli ſi puo auuertire, che eſ­
ſendo
le fonti dell'acque al coperto, ouero eſſendo ſotterra la copia paluſtre, non ſi leua
da
quelli alcuno humore nebuloſo, ma ſi bene ne i luoghi aperti, & liberi, quando il na­
ſcente
ſole col ſuo caldo uapore riſcalda il mondo, eccita da i luoghi humidi, & abondanti
d
'acqua gli humori, & quelli inſieme raunati ſollieua.
Se adunque coſi pare, che ne i luo
ghi
aperti i piu graui humori ſiano per lo aere ſucchiati da i corpi, come dalla terra per le
nebbie
ſi uede, io non penſo, che dubbio ſia, che non ſi debbia porre nelle città gli ſpatij
da
caminare ſcoperti ſotto il puro cielo.
Ma perche queſte uie non ſiano fangoſe, ma
ſempre
aſciutte, in queſto modo ſi deue fare.
Siano cauate, & profondiſsimamente uuo
tate
, & dalla deſtra, & dalla ſiniſtra ſi facciano le chiauiche murate, & ne i pareti di quel­
le
, che riguardano al luogo doue ſi paſſeggia ſiano fatte le canne piegate con la cima loro
nelle
chiauiche, & dapoi che quelle coſe ſaranno fatte compiutamente, biſogna empire
quelli
luoghi di carboni, & le uie di ſopra ſiano coperte di ſabbione, & iſpianate, coſi per
la
naturale rarità de i carboni, & per le canne riſpondenti alle chiauiche ſi riceuerà l'acqua

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