1Cavalieri in una lettera del dì primo Novembre di quell'anno a Giann'An
tonio Rocca: “ Gli dò poi nuova che mi scrive il Torricelli trovarsi di stanza
dal sig. Galileo, ed aspettare in Firenze il sig. Antonio Nardi, credo genti
luomo aretino, che ha da stampare un libro di Geometria, nel quale pre
tende con modi nuovi di mostrare tutte le cose di Archimede, per via degli
indivisibili, quale dice avere fatto una grandissima pratica sopra la mia Geo
metria ” (Lettere a G. A. Rocca, Modena 1785, pag. 268).
tonio Rocca: “ Gli dò poi nuova che mi scrive il Torricelli trovarsi di stanza
dal sig. Galileo, ed aspettare in Firenze il sig. Antonio Nardi, credo genti
luomo aretino, che ha da stampare un libro di Geometria, nel quale pre
tende con modi nuovi di mostrare tutte le cose di Archimede, per via degli
indivisibili, quale dice avere fatto una grandissima pratica sopra la mia Geo
metria ” (Lettere a G. A. Rocca, Modena 1785, pag. 268).
Il proposito di venire a Firenze, per aver consiglio col Torricelli, e di
videre con lui le cure della stampa, non sembra fosse dal Nardi mandato ad
effetto. Un anno e mezzo dopo era tuttavia in Arezzo, dove, scriveva il Tor
ricelli stesso al Cavalieri, attendeva “ a far copiare il suo libro geometrico per
mandarlo qua a me, acciò io lo faccia pervenire anco in mano di V. P. per
sentire una parola del suo purgatissimo giudizio ” (MSS. Gal. Disc., T. XL,
fol. 127). A mezzo l'anno 1645, avendo già il Nardi messo in ordine la parte
metafisica del suo libro, attendeva alla fisica, ma gli rimaneva tuttavia da tor
nare sopra alla matematica, come si raccoglie da queste parole, che M. A. Ricci
scriveva al Torricelli: “ Il sig. Antonio Nardi fatica intorno l'opera sua. Ha
dato perfezione alla parte metafisica, ora è d'intorno alla fisica, e poi rive
drà la matematica, il che non potrà seguir prima di dieci mesi, ovvero un
anno. E mi duole che tardi tanto ad uscire in luce Opera, che si spera debba
essere doviziosa di tutte le speculazioni, cioè pasto per ogni sorta di profes
sori di Scienza ” (ivi, T. XLII, fol. 121).
videre con lui le cure della stampa, non sembra fosse dal Nardi mandato ad
effetto. Un anno e mezzo dopo era tuttavia in Arezzo, dove, scriveva il Tor
ricelli stesso al Cavalieri, attendeva “ a far copiare il suo libro geometrico per
mandarlo qua a me, acciò io lo faccia pervenire anco in mano di V. P. per
sentire una parola del suo purgatissimo giudizio ” (MSS. Gal. Disc., T. XL,
fol. 127). A mezzo l'anno 1645, avendo già il Nardi messo in ordine la parte
metafisica del suo libro, attendeva alla fisica, ma gli rimaneva tuttavia da tor
nare sopra alla matematica, come si raccoglie da queste parole, che M. A. Ricci
scriveva al Torricelli: “ Il sig. Antonio Nardi fatica intorno l'opera sua. Ha
dato perfezione alla parte metafisica, ora è d'intorno alla fisica, e poi rive
drà la matematica, il che non potrà seguir prima di dieci mesi, ovvero un
anno. E mi duole che tardi tanto ad uscire in luce Opera, che si spera debba
essere doviziosa di tutte le speculazioni, cioè pasto per ogni sorta di profes
sori di Scienza ” (ivi, T. XLII, fol. 121).
Benchè fossero le Ricercate matematiche state a copiarsi le prime, dice
nonostante il Ricci che volle tornar l'Autore in dietro a rivederle, perchè ci
aveva certe cose da aggiungere, alcune delle quali, come vedremo, importan
tissime. Passarono del resto i dieci mesi e l'anno, e le durate fatiche, qua
lunque se ne fosse la ragione, riuscirono infruttuose. La copia delle Ricer
cate geometriche, con correzioni e postille autografe, rimase per due secoli
e mezzo dimenticata in Arezzo, dove si ritrovarono in questi ultimi giorni
alcuni pochi fascicoli mutilati e dispersi, de'quali (non sapremmo con qual
consiglio, se non fu quello di mantenere fra le sventurate carte la dispersione)
parte fu donato da un Aretino alla Biblioteca nazionale di Firenze, e parte a
quella di Roma. Nè ha perciò l'una città nulla da invidiare o da reclamare
all'altra, la quale possiede, nella raccolta de'manoscritti galileiani, le Scene
intere, inclusevi le Ricercate, no nei loro materiali solamente, ma nell'or
dine, secondo il quale volevano essere disposti dallo stesso Autore. È dunque
poco da lamentar la perdita, e meno da esultar per l'acquisto, benchè l'aver
noi potuto consultare e collazionar con le Scene i manoscritti, donati alle due
dette Biblioteche, abbia conferito a darci alcuni utilissimi documenti di sto
ria, come sarebbe per esempio quel che riguarda gli studi fatti dal Nardi
intorno alla Cicloide. Così, dall'aver letto nella prima copia delle Ricercate
geometriche essersi ritrovata la misura dello spazio cicloidale, per sola mec
canica esperienza; abbiamo potuto ragionevolmente argomentare che, dopo
il 1641, attese il Nardi a dimostrare geometricamente le proprietà della curva.
nonostante il Ricci che volle tornar l'Autore in dietro a rivederle, perchè ci
aveva certe cose da aggiungere, alcune delle quali, come vedremo, importan
tissime. Passarono del resto i dieci mesi e l'anno, e le durate fatiche, qua
lunque se ne fosse la ragione, riuscirono infruttuose. La copia delle Ricer
cate geometriche, con correzioni e postille autografe, rimase per due secoli
e mezzo dimenticata in Arezzo, dove si ritrovarono in questi ultimi giorni
alcuni pochi fascicoli mutilati e dispersi, de'quali (non sapremmo con qual
consiglio, se non fu quello di mantenere fra le sventurate carte la dispersione)
parte fu donato da un Aretino alla Biblioteca nazionale di Firenze, e parte a
quella di Roma. Nè ha perciò l'una città nulla da invidiare o da reclamare
all'altra, la quale possiede, nella raccolta de'manoscritti galileiani, le Scene
intere, inclusevi le Ricercate, no nei loro materiali solamente, ma nell'or
dine, secondo il quale volevano essere disposti dallo stesso Autore. È dunque
poco da lamentar la perdita, e meno da esultar per l'acquisto, benchè l'aver
noi potuto consultare e collazionar con le Scene i manoscritti, donati alle due
dette Biblioteche, abbia conferito a darci alcuni utilissimi documenti di sto
ria, come sarebbe per esempio quel che riguarda gli studi fatti dal Nardi
intorno alla Cicloide. Così, dall'aver letto nella prima copia delle Ricercate
geometriche essersi ritrovata la misura dello spazio cicloidale, per sola mec
canica esperienza; abbiamo potuto ragionevolmente argomentare che, dopo
il 1641, attese il Nardi a dimostrare geometricamente le proprietà della curva.