Zonca, Vittorio, Novo teatro di machine et edificii : per uarie et sicure operationi; có le loro figure tagliate in Rame é la dichiaratione e dimostratione di ciascuna; opera necesaria ad Architetti, et a quelli ch di tale studio si dilettano

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2816NVOVO THEATRO Tebro. Mà ſia come ſi voglia veniamo alla fabrica noſtra. Diaciamo primic
ramente, che quando iſiti de’ fiumi haueranno molta dipendenza, &
abbon-
danza di acque con vna ſola ruota ſi potria fare mouer altri ordigni, ſicome
interuiene à queſto il quale non folamente macinano, mà poſta, &
arruota
varie ſorti d’arme in vn’iſteſſo tempo.
Hor dunque fatta, che ſi hauerà la ruo-
ta nel ſuo melo, ò aſſe, che ſi dica di 12.
in 14. piedi di diametio, ſe lifaran-
no@re ordini di bolzone lli, che affermeranno inſieme le pale, che da Vittu-
ui@ ſon chiamate pinnce, percioche il corſo dell’acqua dimaggior forza à co
tali@ruote, mentre hanno le pale più lunghe, che non dà à quella, che han’vn
ſolo ordine di bolzonelli, &
ſono più certe (comeio dirò à ſuo loco) le
quali ſi coſtumano nelle ruote de Molini Terragni.
Queſta proportione del
la ruota communemente è vſata per tutto, vero è, che perfacilitarle il moto
@ella ſi potrebbe far di maggior diametro, mà le macine and arebbono mol-
to tarde.
Dall’altro ca po del melo v’è ilſuo ſcudo, ò timpano, che ſi dica, di
cinque picdi, &
vn quarto di diametro compartito da cinquantaquattro den-
ti, &
è da por mente, che volendo ſi far girar le muole à mano deſtra, ſi co-
me è l’vſo comune, &
cheil mouimento della ruota il corſo dell’acqua la fa-
ceſſe girar alla ſiniſtra, in queſto caſo ſi mettono i denti nello ſcudo, che
guardino verſo laruota, &
il rocchello, ouero Inzegnon ſarà collocato frà
lo ſcudo, e la ruota, &
eſſe hauerà ſei tacche. Li denti delli ſcudi, & le tacche
deiocchelli ſi coſtumano compartir in tre maniere, ſecondo la diuerſità de
i luochi, cioè ſi compartono in quarantaotto, in cinquantaquattro, &
in ſeſ-
ſanta, &
i rocchelli in ſei, in noue, & in dodecitacche, & in talnumero, che
ſiano miſurate dal numero di denti delli ſcudi.
Mà quelli timpani di ſeſ-
ſanta ſi fanno in occaſion, che la ruota non haueſſe acqua à baſtanza;
& al-
l’incontro ſe vi ſarà gran copia di acqua ſi mutterà il rocchello in vn’altro
dimaggior numero diracche, &
coſi con queſto ordine ſi accreſceranno, &
minuiranno le forze ſecondo le occaſioni.
Oltra di ciò il ſopradetto ſcudo,
da vna banda di eſſo fà girar’vn rochelletto di ſei tacche, affermato attorno
vna ſtanga di ferro, ilquale ſimilmente fà andar vna muola, per arruotare ar-
mi.
Mà ritorniamo almelo, cioè à quelcapo, doue è la ruota doue ſono poſte
quattro pale di longhezza d’vn piede (che ſi chiamano aſcole) affine, che
ſolleuano da vn capo vn trauicello, ilquale è rinchiuſo à guiſa di balancia
con vna cauichia di ſerro in due orecchie di legno.
Mentre che vien alza-
to l’vn capo di detto trauicello dalle aſcole, l’altro capo diſcenda tirando
ſeco l’e ſtremità del manico del maglio, che perciò vi ſta affermato con vn
ſerro ſnodato (eſſẽdo però anche il manico del maglio delicato, come il traui-
@ello) coſi viene ad alzarſi, &
abbaſ@arſi il maglio, con bello artificio,

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