Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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283259LIBRO III. in ſtare, ſedere, giacere, ed altri, dove non è a-
zion niuna, ma noi portati dalla conſuetudine ve
la immaginiamo.
Voi dite beniſſimo, riſpoſi;
come ha alcuni verbi, che non ſignificano azion
niuna;
così n’ ha moltiſſimi, che ſignificando al-
cuna azione, non ſignifican però eſſa ſola, ma ſi
traggon dietro qualche altro ſentimento, che con-
giungono con l’azione, e che biſogna poi ſeparar
da eſſi, chi vuol intendere l’ azion ſola.
Così ſe
voi dite, che il ſole riſcalda, non crediate, che ſia
qui altra azione del ſole, ſe non quella di movere
certe minutiſſime particelle;
ma naſcendo in noi
per tal moto un non ſo qual ſentimento, che calo-
re chiamiamo, il verbo riſcaldare abbraccia anche
queſto;
e così dite del riſplendere, e così del ca-
dere:
il qual verbo cadere ſignifica inſieme e il mo-
vimento, che ha il corpo, e la direzione all’ in giù;
ma tutta l’ azione però è nel movimento ſolo. E
lo ſteſſo ſimilmente avviene del verbo accorciarſi,
per cui s’ intende e il movimento, e la direzione;

ma l’ azione non è altro che il movimento;
e cre-
do, che in tutti i verbi, che ſi uſano parlando de’
corpi, non altra azione ritroverete mai, ſe non
quella di movere, o diſporre al movimento;
per-
ciocchè la natura queſto ſolo opera, et agiſce ne
corpi, ne in altro ſi eſercita, per quanto ſaper ne
poſſiamo;
onde poi ſegue, che le potenze, che
producono il movimento, o lo diſtruggono, ba-
ſtino da ſe ſole ad’ ogni effetto.
Avendo io finqui
detto, mi fermai.
Allora il Signor D. Felice,

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