Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

Page concordance

< >
< >
page |< < of 3504 > >|
    <archimedes>
      <text>
        <body>
          <chap>
            <pb xlink:href="020/01/2839.jpg" pagenum="464"/>
            <p type="main">
              <s>Fu la nuova invenzione del Nardi prima, che a ogni altro, comunicata al
                <lb/>
              suo carissimo Ricci, il quale facevagli osservare che l'ultimo dei tre teoremi
                <lb/>
              si verifica anche nella Cicloide volgare, essendo il solido, nato di lei mentre
                <lb/>
              ch'ella si rivolge intorno al lato del rettangolo parallelo all'asse, al cilindro
                <lb/>
              circoscritto, come l'una all'altra figura genitrice, cioè come tre a quattro,
                <lb/>
              ossia, secondo che egli diceva, in ragione subsesquiterza. </s>
              <s>Di qui avvenne che
                <lb/>
              il Nardi, ai tre teoremi relativi alla sua cicloide nuova, v'aggiungesse il
                <lb/>
              quarto relativo alla cicloide antica, nell'annunziargli che fece al Torricelli,
                <lb/>
              il quale, credendo che fosse quell'osservazione sovvenuta allo stesso Nardi,
                <lb/>
              gliene volle rendere pubblica testimonianza, quasi in segno di gratitudine
                <lb/>
              verso colui, che avevagli aperta e dimostrata la via, da giungere al termine
                <lb/>
              desiderato. </s>
              <s>Che altro infatti gli rimaneva, per risolvere i problemi venuti di
                <lb/>
              Francia, se non che a ritrovare il centro di gravità della cicloide, coraggio­
                <lb/>
              samente affrontando quelle difficoltà, innanzi alle quali s'erano arretrati, o
                <lb/>
              l'avevano tentate solamente di traverso, gli amici suoi pur così valorosi? </s>
              <s>
                <lb/>
              Come riportasse il Torricelli di ciò lieta vittoria fu veduto nella proposi­
                <lb/>
              zione LVI, scritta da noi nel capitolo V qui addietro, nella qual proposizione
                <lb/>
              l'Autor dimostrava che il centro di gravità della Cicloide così divide l'asse,
                <lb/>
              che la parte al vertice stia a quella verso la base, come sette sta a cinque. </s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>Or s'intenda nella solita figura 307, disegnata in DHEIF la cicloide
                <lb/>
              volgare, col suo baricentro in B. </s>
              <s>Essendo EB=7, BL=5, e AL=6, non
                <lb/>
              rimane a far altro che a sostituire questi numeri nelle formule già poste dal
                <lb/>
              Nardi, le quali, per i solidi intorno alla base si riducono a S:C=3.5:4.6=
                <lb/>
              5:8, e per i solidi intorno al lato opposto alla base a S:C=3.7:4.6=
                <lb/>
              7:8. Il primo de'quali teoremi, tralasciando l'altro perchè facilissimo con
                <lb/>
              somiglianti metodi a dimostrarsi, si legge manoscritto così, in fine al trat­
                <lb/>
              tatello torricelliano della Cicloide: </s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>“ Solidum cycloidale circa basim revolutum ad cylindrum circumscriptum
                <lb/>
              est ut 5 ad 8. “ </s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>“ Esto cycloidale spatium DHEIF, cuius axis EL, centrum gravitatis B,
                <lb/>
              rectangulum vero circumscriptum sit GF, ipsiusque centrum gravitatis sit A. </s>
              <s>
                <lb/>
              Demonstratum iam est NL ad BL esse ut 6 ad 5, et spatium GF, ad spa­
                <lb/>
              tium DHEIF, esse ut 4 ad 3. (Hoc in appendice ad libellum
                <emph type="italics"/>
              De dimensione
                <lb/>
              parabolae.
                <emph.end type="italics"/>
              ) ” </s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>“ Convertatur iam utraque figura circa basim DF, habebitque solidum
                <lb/>
              ex DHEIF, ad cylindrum ex GF, rationem compositam ex ratione figurae
                <lb/>
              planae DHEIF ad rectangulum GF, nempe ex ratione numeri 15 ad 20, et
                <lb/>
              ex ratione distantiarum BL ad AL, nempe ex ratione 20 ad 24. Ergo soli­
                <lb/>
              dum cycloidale circa basim, ad cylindrum sibi circumscriptum, erit ut 15
                <lb/>
              ad 24, sive in minimis ut 5 ad 8, quod ostendere volebam. </s>
              <s>” (ibid., T. XXXIV,
                <lb/>
              fol. </s>
              <s>278). </s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>De'solidi intorno alla GK parallela alla base dicemmo come il Torri­
                <lb/>
              celli ne lasciasse a concludere facilmente la proporzione di 7 a 8, richiaman­
                <lb/>
              dosi al teorema del Nardi, per i solidi nati dal rivolgersi le due figure in-</s>
            </p>
          </chap>
        </body>
      </text>
    </archimedes>