1verità che generalmente le partecipai; ma per il metodo generale ancora,
dal quale confessa ella d'aver avuto motivo per la dimostrazione fattane dopo
per via del moto. Ella scrive, sotto li 26 di Febbraio dell'anno passato, in
questo tenore, rispondendo alla lettera, con la quale avvisavo l'invenzione
delle suddette tangenti: Ho bene io imparato dalle sue lettere cose, che
forse non avrei avvertite mai, perchè, tornando iersera con le lettere di
V. S. in mano, mi entrò in testa che quelle tangenti non potesssero essere.
Ciò fu causa che feci non so che figure, e trovai poi ch'era verissimo, e
ne scrissi la dimostrazione universale, per via del moto. Se dunque io non
posso per l'un rispetto attribuirmi questa quadratura, ella pare a me che
non vorrà attribuirsela, avendo riguardo a quest'altro rispetto. Sicchè re
sterà come effetto di mutua causalità, per favellar con le scuole, e non si
dirà nè suo nè mio parto proprio e totale, essendo ella primo in un genere
ed io primo in un altro. ”
dal quale confessa ella d'aver avuto motivo per la dimostrazione fattane dopo
per via del moto. Ella scrive, sotto li 26 di Febbraio dell'anno passato, in
questo tenore, rispondendo alla lettera, con la quale avvisavo l'invenzione
delle suddette tangenti: Ho bene io imparato dalle sue lettere cose, che
forse non avrei avvertite mai, perchè, tornando iersera con le lettere di
V. S. in mano, mi entrò in testa che quelle tangenti non potesssero essere.
Ciò fu causa che feci non so che figure, e trovai poi ch'era verissimo, e
ne scrissi la dimostrazione universale, per via del moto. Se dunque io non
posso per l'un rispetto attribuirmi questa quadratura, ella pare a me che
non vorrà attribuirsela, avendo riguardo a quest'altro rispetto. Sicchè re
sterà come effetto di mutua causalità, per favellar con le scuole, e non si
dirà nè suo nè mio parto proprio e totale, essendo ella primo in un genere
ed io primo in un altro. ”
“ Alla seconda ragione rispondo che io facevo due conti, in caso che
mi fosse succeduto di provare quel lemma generalmente: cioè di supplicar
V. S. che me ne favorisse, conforme all'intenzione che me ne diede l'anno
passato, quando mi mandò il medesimo lemma dimostrato, ma in casi par
ticolari; ovvero di proporre il metodo e darne come un esempio in que'casi
che posso, avvertendo che, riducendo qual si voglia caso all'invenzione dei
massimi, si trova generalmente la ragione di tutto. ”
mi fosse succeduto di provare quel lemma generalmente: cioè di supplicar
V. S. che me ne favorisse, conforme all'intenzione che me ne diede l'anno
passato, quando mi mandò il medesimo lemma dimostrato, ma in casi par
ticolari; ovvero di proporre il metodo e darne come un esempio in que'casi
che posso, avvertendo che, riducendo qual si voglia caso all'invenzione dei
massimi, si trova generalmente la ragione di tutto. ”
“ Mando a V. S. parte della mia dimostrazione nel proposito nostro,
stimandola sufficiente per questo che si pretende, cioè di scoprire la conve
nienza de'metodi, e giuro a V. S. che questa è la medesima dimostrazione,
che io scrissi nel marzo passato: solo qualche paroluccia ho mutato nel tra
scrivere.... Ella si ricorderà, due mesi sono, che mi avvisò una sua pro
posizione dimostrata da lei in modo recondito, eppure io l'indovinai.....
Roma, 7 Luglio 1646. ” (MSS. Gal. Disc., T. XLII, fol. 162-66).
stimandola sufficiente per questo che si pretende, cioè di scoprire la conve
nienza de'metodi, e giuro a V. S. che questa è la medesima dimostrazione,
che io scrissi nel marzo passato: solo qualche paroluccia ho mutato nel tra
scrivere.... Ella si ricorderà, due mesi sono, che mi avvisò una sua pro
posizione dimostrata da lei in modo recondito, eppure io l'indovinai.....
Roma, 7 Luglio 1646. ” (MSS. Gal. Disc., T. XLII, fol. 162-66).
Da queste ragioni giova a noi credere che rimanesse persuaso il Tor
ricelli, nel quale è certo che tornò presto la consueta serenità verso il Ricci,
come pure giova similmente credere che facesse col Roberval accettando
l'amicizia da lui generosamente proffertagli, litibus valere iussis (Ouvrages,
pag. 398) dalla naturale bontà dell'animo, e dal presentimento della morte
vicina.
ricelli, nel quale è certo che tornò presto la consueta serenità verso il Ricci,
come pure giova similmente credere che facesse col Roberval accettando
l'amicizia da lui generosamente proffertagli, litibus valere iussis (Ouvrages,
pag. 398) dalla naturale bontà dell'animo, e dal presentimento della morte
vicina.
Chi potrebbe in ogni modo negare ai due grandi Matematici l'aver
concorso con pari merito, l'uno a istituire, l'altro a diffondere quella scienza
della Cicloide, che avrebbe poco di poi, per il Pascal, pel Wallis e per l'Huy
ghens progredito tant'oltre? Che se l'ultimo commemorato, nello scolio al
l'ottava proposizione della terza parte dell'Orologio oscillatorio, compen
diando questa Storia non ricorda del Torricelli nemmeno il nome, l'altro,
il Wallis, nella prefazione al suo Trattato della Cicloide confessa di averne
da solo il Torricelli imparata la quadratura, non pensando nemmen per sogno
che il Roberval, nulla avendo dato ancora alla luce, si fosse esercitato nel
medesimo soggetto.
concorso con pari merito, l'uno a istituire, l'altro a diffondere quella scienza
della Cicloide, che avrebbe poco di poi, per il Pascal, pel Wallis e per l'Huy
ghens progredito tant'oltre? Che se l'ultimo commemorato, nello scolio al
l'ottava proposizione della terza parte dell'Orologio oscillatorio, compen
diando questa Storia non ricorda del Torricelli nemmeno il nome, l'altro,
il Wallis, nella prefazione al suo Trattato della Cicloide confessa di averne
da solo il Torricelli imparata la quadratura, non pensando nemmen per sogno
che il Roberval, nulla avendo dato ancora alla luce, si fosse esercitato nel
medesimo soggetto.