1osservati; bisogna non solo poco probabili stimare molte supposizioni degli
antichi, ma ancora in molte parti false. Ticone di due sistemi ha fatto una
mal digerita confusione. Non voglio esaminare tal suo parto, perchè, dal solo
aspetto, mostruoso apparisce. Marte solo, rompendo col suo un altro giro,
impaurisce chiunque abbracciar dette posizioni volesse. Ma di queste materie
nel mio sistema più accuratamente trattasi. ”
antichi, ma ancora in molte parti false. Ticone di due sistemi ha fatto una
mal digerita confusione. Non voglio esaminare tal suo parto, perchè, dal solo
aspetto, mostruoso apparisce. Marte solo, rompendo col suo un altro giro,
impaurisce chiunque abbracciar dette posizioni volesse. Ma di queste materie
nel mio sistema più accuratamente trattasi. ”
Il sistema planetario, immaginato dal Nardi, metteva, come quel di Ari
starco, nel Sole il centro dei moti, ma scansava gl'inconvenienti del Coper
nico, non considerati da Galileo, più filosoficamente del quale sentiva il Di
scepolo come giovasse al progredir dell'Astronomia investigar le ragioni
del discendere e del risalire i pianeti dal Sole, senza introdurre gli epicicli
e gli equanti. Vero è bene che parve anche a lui cosa dura ammettere le
orbite kepleriane schiettamente ellittiche, ma per non mostrarsi, in rifiutar
ciò che si proponeva come cosa di fatto, o dissennato o caparbio, pensò che
di ellittico non avessero esse orbite che l'apparenza o la similitudine, essendo
in realtà una trasformazione da certe figure elicali, che sarebbero secondo
lui le vere orbite descritte dai pianeti. Troviamo questa opinione accennata
così per incidenza, trattandosi dall'Autore Delle spirali o elici di Archimede:
“ E chi sa che ancora i Pianeti non descrivano, intorno al Sole loro centro,
porzioni di elice, mentre ora da quello meno tirati discendono, ora, in virtù
dell'attrazione e del consenso con gli altri membri del mondo, risagliono con
reciproche vibrazioni? Certo che tal mio parere è forse non meno verosi
mile che l'introdurre gli epicicli e gli equanti, o il dare il moto ai punti
immaginari del centro, o finalmente inventare i moti ellittici. ”
starco, nel Sole il centro dei moti, ma scansava gl'inconvenienti del Coper
nico, non considerati da Galileo, più filosoficamente del quale sentiva il Di
scepolo come giovasse al progredir dell'Astronomia investigar le ragioni
del discendere e del risalire i pianeti dal Sole, senza introdurre gli epicicli
e gli equanti. Vero è bene che parve anche a lui cosa dura ammettere le
orbite kepleriane schiettamente ellittiche, ma per non mostrarsi, in rifiutar
ciò che si proponeva come cosa di fatto, o dissennato o caparbio, pensò che
di ellittico non avessero esse orbite che l'apparenza o la similitudine, essendo
in realtà una trasformazione da certe figure elicali, che sarebbero secondo
lui le vere orbite descritte dai pianeti. Troviamo questa opinione accennata
così per incidenza, trattandosi dall'Autore Delle spirali o elici di Archimede:
“ E chi sa che ancora i Pianeti non descrivano, intorno al Sole loro centro,
porzioni di elice, mentre ora da quello meno tirati discendono, ora, in virtù
dell'attrazione e del consenso con gli altri membri del mondo, risagliono con
reciproche vibrazioni? Certo che tal mio parere è forse non meno verosi
mile che l'introdurre gli epicicli e gli equanti, o il dare il moto ai punti
immaginari del centro, o finalmente inventare i moti ellittici. ”
Ma perchè, in dimostrare la verosomiglianza di questo parere, si ridu
ceva, del Sistema astronomico del Nardi, la maggiore importanza e il me
rito principale; attese a farlo di proposito in una veduta delle sue Scene,
introducendovi il principio delle forze centrali, immaginate spirar dal Sole a
guisa di un vento perpetuo, che meni in giro una nave.
814[Figure 814]
ceva, del Sistema astronomico del Nardi, la maggiore importanza e il me
rito principale; attese a farlo di proposito in una veduta delle sue Scene,
introducendovi il principio delle forze centrali, immaginate spirar dal Sole a
guisa di un vento perpetuo, che meni in giro una nave.
814[Figure 814]
Figura 309.
“ Sia, egli dice, il cerchio ABC (fig. 309) di cui
centro F, diametro AB. Intendasi il centro esser occu
pato dal Sole ed un pianeta A, per esempio Giove,
il suo centro abbia nella periferia. Giove, per la pro
pria forma, moversi in sè stesso circolarmente pon
gasi, ed anco intorno al Sole. D'avvantaggio pongasi
che il Sole e la sua forma, essendo quasi cuore ed
anima del mondo planetario, muovano in qualche
modo e formino i moti degli altri membri, e in con
seguenza più veloci moveranno i più vicini. Il loro muovere non sarà im
pulso esterno, ma una informazione interna o vitale, mediante la virtù pro
pria e solare, che muove equabilmente, ed in conseguenza perpetuamente.
Vento, che stabile. gonfi ed animi una vela per un tranquillo orizonte,
cagionerà, nel movere egualmente in giro una nave, certa somiglianza dello
effetto solare nei circostanti corpi. ”
centro F, diametro AB. Intendasi il centro esser occu
pato dal Sole ed un pianeta A, per esempio Giove,
il suo centro abbia nella periferia. Giove, per la pro
pria forma, moversi in sè stesso circolarmente pon
gasi, ed anco intorno al Sole. D'avvantaggio pongasi
che il Sole e la sua forma, essendo quasi cuore ed
anima del mondo planetario, muovano in qualche
modo e formino i moti degli altri membri, e in con
seguenza più veloci moveranno i più vicini. Il loro muovere non sarà im
pulso esterno, ma una informazione interna o vitale, mediante la virtù pro
pria e solare, che muove equabilmente, ed in conseguenza perpetuamente.
Vento, che stabile. gonfi ed animi una vela per un tranquillo orizonte,
cagionerà, nel movere egualmente in giro una nave, certa somiglianza dello
effetto solare nei circostanti corpi. ”