“ II. Dicunt aliqui gravia, quae deorsum feruntur, magis semper intendi
in motu, quia pauciores partes aeris sibi scindendae restant, quod quidem
falsu m videtur. Nam, si tunc grave velocius fertur, quando pauciores partes
aeris sunt scindendae; ergo, si aliquod grave ab altissimo loco demittatur,
ut ab aliqua turri, cuius altitudo sit 100, idem autem demittatur ab alio
loco, cuius altitudo sit 10; celerius movebitur in fine huius altitudinis, quae
est 10, quam in medio altioris altitudinis, puta ut 50, quod absurdum vi
detur ” (ibid., fol. 25).
in motu, quia pauciores partes aeris sibi scindendae restant, quod quidem
falsu m videtur. Nam, si tunc grave velocius fertur, quando pauciores partes
aeris sunt scindendae; ergo, si aliquod grave ab altissimo loco demittatur,
ut ab aliqua turri, cuius altitudo sit 100, idem autem demittatur ab alio
loco, cuius altitudo sit 10; celerius movebitur in fine huius altitudinis, quae
est 10, quam in medio altioris altitudinis, puta ut 50, quod absurdum vi
detur ” (ibid., fol. 25).
Da queste e da simili altre Note, dai titoli de'trattati dianzi trascritti,
dai teoremi dimostrati intorno ai pendoli, ai momenti de'gravi lungo i piani
inclinati, alle resistenze de'solidi, per tacere di tante altre cose; si conferma
esser quale si disse la principale intenzione di questi studi intorno alla
Scienza meccanica fatti dal Viviani. Ma venivano spesso spesso a stimolarlo
gli esempi degli altri Colleghi suoi, ritrovatori di verità nuove, in campi non
punto meno fertili di quegli stessi coltivati da Galileo, com'era per esempio
la Centrobarica, che apparita maravigliosa in sè stessa prometteva di aprir
la via a cento altre non meno mirabili invenzioni. Ciò fu che mosse il Vi
viani a comporre quel trattatello Dei centri di gravità, e a distendere quelle
proposizioni spicciolate, che s'hanno raccolte ne'tomi LXXI, XCII della ci
tata collezion manoscritta dei Discepoli di Galileo. E per chi credesse non
esser nulla rimasto a chi, dopo il Torricelli e il Nardi, il Cavalieri e il Ricci,
s'assideva al medesimo convivio; sceglieremo dal detto manoscritto le sei pro
815[Figure 815]
dai teoremi dimostrati intorno ai pendoli, ai momenti de'gravi lungo i piani
inclinati, alle resistenze de'solidi, per tacere di tante altre cose; si conferma
esser quale si disse la principale intenzione di questi studi intorno alla
Scienza meccanica fatti dal Viviani. Ma venivano spesso spesso a stimolarlo
gli esempi degli altri Colleghi suoi, ritrovatori di verità nuove, in campi non
punto meno fertili di quegli stessi coltivati da Galileo, com'era per esempio
la Centrobarica, che apparita maravigliosa in sè stessa prometteva di aprir
la via a cento altre non meno mirabili invenzioni. Ciò fu che mosse il Vi
viani a comporre quel trattatello Dei centri di gravità, e a distendere quelle
proposizioni spicciolate, che s'hanno raccolte ne'tomi LXXI, XCII della ci
tata collezion manoscritta dei Discepoli di Galileo. E per chi credesse non
esser nulla rimasto a chi, dopo il Torricelli e il Nardi, il Cavalieri e il Ricci,
s'assideva al medesimo convivio; sceglieremo dal detto manoscritto le sei pro
![](https://digilib.mpiwg-berlin.mpg.de/digitallibrary/servlet/Scaler?fn=/permanent/archimedes/caver_metod_020_it_1891/figures/020.01.2869.1.jpg&dw=200&dh=200)
Figura 310.
posizioni seguenti, dalle quali apparirà
come ben sapesse l'Autore una eser
citazione già fatta trattare con metodi
nuovi, o promoverla oltre a quel che
non aveva ancora pensato nessuno dei
predecessori: e le relazioni date da
loro in funzioni algebriche, per alcune
figure circoscritte da qualche arco di
cerchio, riducesse a numeri, quanto
più prossimamente era possibile, de
terminati.
posizioni seguenti, dalle quali apparirà
come ben sapesse l'Autore una eser
citazione già fatta trattare con metodi
nuovi, o promoverla oltre a quel che
non aveva ancora pensato nessuno dei
predecessori: e le relazioni date da
loro in funzioni algebriche, per alcune
figure circoscritte da qualche arco di
cerchio, riducesse a numeri, quanto
più prossimamente era possibile, de
terminati.
“ PROPOSITIO I. — Centrum gra
vitatis curvae superficiei coni recti
ABC (fig. 310), cuius axis BD, hanc
dividit in E, ita ut BE sit dupla ED, adeo ut idem sit centrum gravitatis
curvae, et centrum gravitatis trianguli per axem coni. ”
vitatis curvae superficiei coni recti
ABC (fig. 310), cuius axis BD, hanc
dividit in E, ita ut BE sit dupla ED, adeo ut idem sit centrum gravitatis
curvae, et centrum gravitatis trianguli per axem coni. ”
“ Producta axe BD, sumatur ipsi aequalis DG, ac DF aequalis DE, et
quaevis DM aequalis DI: sumptaque DH aequali circumferentiae circuli AC,
basis coni, iungatur GH, et in triangulis ABC, GDH sint per I, E, et per
F, M ductae OP, QR, FL, MN parallelae ipsi AC:BG vero concipiatur tam
quam libra horizontalis appensa ex D. ”
quaevis DM aequalis DI: sumptaque DH aequali circumferentiae circuli AC,
basis coni, iungatur GH, et in triangulis ABC, GDH sint per I, E, et per
F, M ductae OP, QR, FL, MN parallelae ipsi AC:BG vero concipiatur tam
quam libra horizontalis appensa ex D. ”