1la minor mole possibile la gravità del peso ondeggiante. Benchè alcuni Ma
tematici stranieri facessero derivar quella regola dai centri delle percosse, fu
nonostante l'Huyghens il primo che, all'occasion di descrivere il suo nuovo
Orologio oscillatorio, ne dette dimostrazione propria e diretta. “ Occasio vero
ad haec denuo tentanda ex pendulorum automati nostri temperandorum ra
tione oblata est, dum pondus mobile, praeter id quod in imo est, illis ap
plico ” (Opera varia, T. I, Lugd. Batav. 1724, pag. 118).
tematici stranieri facessero derivar quella regola dai centri delle percosse, fu
nonostante l'Huyghens il primo che, all'occasion di descrivere il suo nuovo
Orologio oscillatorio, ne dette dimostrazione propria e diretta. “ Occasio vero
ad haec denuo tentanda ex pendulorum automati nostri temperandorum ra
tione oblata est, dum pondus mobile, praeter id quod in imo est, illis ap
plico ” (Opera varia, T. I, Lugd. Batav. 1724, pag. 118).
Altra occasione, da questo stesso Orologio, venne all'Huyghens di spe
cular cose di Meccanica nuova, dall'osservar che il pendolo, menando qua e
là per l'ambito di un circolo il peso, gl'imprime una forza, quam centri
fugam vocare libet, e che sopravvien nel mobile ad alterargli in qualche
modo la gravità naturale. “ Unde aliud quoque Horologii commentum de
duximus ” (ibid., pag. 185), formulando intanto De vi centrifuga ex motu
circulari tredici teoremi, ai quali poi negli Opuscoli postumi ebbe la Geo
metria meccanica a rallegrarsi di veder fatte le dimostrazioni. Con questi
teoremi e con quegli altri relativi ai centri delle oscillazioni, e alle proprietà
meccaniche della Cicloide, aggiungeva il Matematico olandese, a quelle isti
tuite già da Galileo, tre nuove Scienze, intorno alle quali ha da trattenersi
ora particolarmente la nostra Storia con breve discorso.
cular cose di Meccanica nuova, dall'osservar che il pendolo, menando qua e
là per l'ambito di un circolo il peso, gl'imprime una forza, quam centri
fugam vocare libet, e che sopravvien nel mobile ad alterargli in qualche
modo la gravità naturale. “ Unde aliud quoque Horologii commentum de
duximus ” (ibid., pag. 185), formulando intanto De vi centrifuga ex motu
circulari tredici teoremi, ai quali poi negli Opuscoli postumi ebbe la Geo
metria meccanica a rallegrarsi di veder fatte le dimostrazioni. Con questi
teoremi e con quegli altri relativi ai centri delle oscillazioni, e alle proprietà
meccaniche della Cicloide, aggiungeva il Matematico olandese, a quelle isti
tuite già da Galileo, tre nuove Scienze, intorno alle quali ha da trattenersi
ora particolarmente la nostra Storia con breve discorso.
II.
Il tautocronismo della Cicloide vedemmo come derivasse per corollario
dalla proposizione XI torricelliana di Meccanìca nuova, scritta qui addietro
825[Figure 825]
dalla proposizione XI torricelliana di Meccanìca nuova, scritta qui addietro
825[Figure 825]
Figura 320.
nel § 3° del
capitolo se
sto. Ma con
segue anche
immediatamente
dai teoremi gali
leiani dei moti ac
celerati, dietro le
proprietà geome
triche della curva dimo
strate dal Roberval, una
delle quali proprietà è
che qualunque porzione
di essa curva, presa dal ver
tice, è uguale al doppio della
tangente. Gl'impeti infatti
acquistati dal medesimo mobile, nello scendere da B (fig. 320) in I e in
A sul piano orizontale AI, sono uguali, o sia fatta la scesa per l'arco
nel § 3° del
capitolo se
sto. Ma con
segue anche
immediatamente
dai teoremi gali
leiani dei moti ac
celerati, dietro le
proprietà geome
triche della curva dimo
strate dal Roberval, una
delle quali proprietà è
che qualunque porzione
di essa curva, presa dal ver
tice, è uguale al doppio della
tangente. Gl'impeti infatti
acquistati dal medesimo mobile, nello scendere da B (fig. 320) in I e in
A sul piano orizontale AI, sono uguali, o sia fatta la scesa per l'arco