289265LIBRO III.
della gravità, o quel della fune, pur che l’ azione,
o venga il globo da A in p, o venga da A in r,
ſia ſempre la ſteſſa. E a me pur pare, diſſe allora
il Signor Marcheſe di Campo Hermoſo, che fin qui
poco importi ſeguir l’uno, o l’ altro eſempio, pur-
chè l’azione ſia ſempre la ſteſſa. Ma s’ egli mi è
lecito frappormi ai ſermoni di voi altri grandi uo-
mini, dico, ch’ io non intendo, come l’azione,
debba poter eſſere ſempre la ſteſſa, s’ egli è vero
quello, che voi poco fa dicevate. Che è queſto?
diſſe il Signor D. Felice. Voi dicevate, riſpoſe il
Signor Marcheſe, che l’azione ſi miſura dalla po-
tenza, edallo ſpazio, moltiplicando l’ una per l’
altro, ela eſprimevate per ps. Così vuoleil Padre
Riccati, diſſe allora il Signor D. Felice, piacendo-
gli, che l’ azione altro non ſia, ſe non la potenza
applicata di mano in mano a tutte le parti dello
ſpazio. Or bene, diſse il Signor Marcheſe, biſo-
gnerà dunque, che ſe la potenza riman la ſteſsa,
variando lo ſpazio, a cui ſi applica, varj ancor l’
azione; onde ſegue, che ſe la fune tirerà il glo-
bo prima da A in p, poi da A in r, non potrà l’
azione nell’ uno e nell’ altro caſo eſser la ſteſsa;
eſsendo la potenza, cioè l’ elaſticità della corda. ,
ſempre quella ſteſsa; ma non già lo ſpazio, il qua-
le nel primo caſo è la linea Ap, nel ſecondo la.
linea Ar. Sì: riſpoſe quivi il Signor D. Felice, ſe
l’azione foſse la potenza applicata a quello ſpazio,
che il corpo ſcorre; ma il Padre Riccati non vuol
così. Vuole, che ſia la potenza applicata
o venga il globo da A in p, o venga da A in r,
ſia ſempre la ſteſſa. E a me pur pare, diſſe allora
il Signor Marcheſe di Campo Hermoſo, che fin qui
poco importi ſeguir l’uno, o l’ altro eſempio, pur-
chè l’azione ſia ſempre la ſteſſa. Ma s’ egli mi è
lecito frappormi ai ſermoni di voi altri grandi uo-
mini, dico, ch’ io non intendo, come l’azione,
debba poter eſſere ſempre la ſteſſa, s’ egli è vero
quello, che voi poco fa dicevate. Che è queſto?
diſſe il Signor D. Felice. Voi dicevate, riſpoſe il
Signor Marcheſe, che l’azione ſi miſura dalla po-
tenza, edallo ſpazio, moltiplicando l’ una per l’
altro, ela eſprimevate per ps. Così vuoleil Padre
Riccati, diſſe allora il Signor D. Felice, piacendo-
gli, che l’ azione altro non ſia, ſe non la potenza
applicata di mano in mano a tutte le parti dello
ſpazio. Or bene, diſse il Signor Marcheſe, biſo-
gnerà dunque, che ſe la potenza riman la ſteſsa,
variando lo ſpazio, a cui ſi applica, varj ancor l’
azione; onde ſegue, che ſe la fune tirerà il glo-
bo prima da A in p, poi da A in r, non potrà l’
azione nell’ uno e nell’ altro caſo eſser la ſteſsa;
eſsendo la potenza, cioè l’ elaſticità della corda. ,
ſempre quella ſteſsa; ma non già lo ſpazio, il qua-
le nel primo caſo è la linea Ap, nel ſecondo la.
linea Ar. Sì: riſpoſe quivi il Signor D. Felice, ſe
l’azione foſse la potenza applicata a quello ſpazio,
che il corpo ſcorre; ma il Padre Riccati non vuol
così. Vuole, che ſia la potenza applicata