Caverni, Raffaello
,
Storia del metodo sperimentale in Italia
,
1891-1900
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archimedes
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progressi, che non può tacer di loro la nostra Storia. </
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>Ma prima, convien tratte
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nerci alquanto sulle applicazioni di quella esperienza eroniana, che per es
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sere stata genitrice dello strumento da misurare il calore, e per essere stata
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soggetto di novità spettacolose, si è acquistata perciò, per noi, una parti
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colare importanza. </
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II.
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>Nel libro degli
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Spiritali
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tradotto, come i nostri lettori sanno, nel 1606,
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ma scritto originalmente in latino nel 1601, il Porta descriveva così l'espe
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rienza eroniana, con intenzione d'applicarla ad uso diverso sì, ma non punto
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meno importante di quello, a cui seppe ingegnosamente applicarla il Santorio: </
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>“ Sia il vaso A (fig. </
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>4); questo abbi la bocca dentro
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>Figura 4.
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un vaso B, piano, pieno d'acqua, il quale vaso sarà pieno
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di aria, grosso nella sua consistenza, più o meno, secondo
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il luogo e la stagione. </
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>Poi accosterete un vaso pieno di
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fuoco al corpo del vaso in A, e l'aria, subito riscaldan
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dosi, si anderà assottigliando, e fatta più sottile, vuole più
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gran luogo, e cercando uscir fuori, verrà fuori dell'acqua,
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e si vedrà l'acqua bollire, che è segno che l'aria fugge,
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e quanto si andrà più riscaldando, l'acqua più boglierà,
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ma, essendo ridotta tenuissima, l'acqua non boglierà più. </
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All'hora rimovete il vaso del fuoco dal ventre A, e l'aria
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rinfrescandosi, s'andrà ingrossando, e vuol minor luogo, e
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non havendo come riempir il vano del vaso, perchè ha la
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bocca sotto l'acqua, tirerà a sè l'acqua del vaso, e si vedrà
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salir l'acqua su con gran furia a riempir tutto il vaso, lasciando vacua quella
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parte, dove l'aria stà ridotta già nella sua natura di prima. </
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>E se di nuovo
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accostarete il fuoco a quella poca aria, attenuandosi di nuovo, calerà giù
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tutta l'acqua, e rimovendo il fuoco tornerà a salir l'acqua ” (Napoli 1606,
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pag. </
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>77). L'esperienza stessa però, come semplice curiosità spettacolosa, era
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stata descritta già dall'Autore nel cap. </
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>XXII del secondo fra i Quattro libri
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della Magia, e nel cap. </
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>I dell'ottavo della Magia stessa in XX libri. </
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>La gran diffusione, che ebbero queste varie opere del Porta, rese l'espe
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rienza eroniana quasi diremmo popolare, e alcuni destramente pensarono di
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servirsene a dimostrarla al pubblico, qual'effetto spettacoloso, e per metterla
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a prezzo, con Re e con principi, come un segreto de'più preziosamente ge
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losi. </
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>Giuliano de'Medici scriveva così da Praga a Galileo, nell'Ottobre del
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1610: “ Non voglio restar di dirle che qui ci è un Fiammingo, che viene
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d'Inghilterra, che pretende avere trovato il moto perpetuo, ed avendone
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solo prima dato uno strumento al Re d'Inghilterra, ne ha dato un altro a </
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archimedes
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