Heron Alexandrinus, Di Herone Alessandrino De gli automati : ouero machine semoventi, libri due, 1589

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[Item 1.]
[2.] ALL’ILLVSTRISS. SIGNORE, IL SIG. GIACOMO CONTARINI, MIO SIGNORE OSSERVANDISS.
[3.] CHI TRADVCE.
[4.] DI CHI TRADVCE SOPRA LE MACHINE SE MOVENTI.
[5.] DICHI ARATIONE DELLE FAVOLE di che ſi ſerue l’ Autore nelle ſue diſpoſitioßi.
[6.] DIHERONE ALESSANDRINO DELLE MACHINE SEMOVENTI, LIBRIDVE.
[7.] DELLE MACH. SE MOV.
[8.] IL FINE DELLE SE MOYEN TI MOBILI.
[9.] DI HER ONE ALESANDRINO, DELLE SE MOVENTI STABILI, LIBRO SECONDO.
[10.] Il fine delle Machine Se mouenti mobili, e Stabili di Herone Aleſſandrino, Tra-dotto dal Greco, dal Signor Bernardino Baldi. del 1576.
[11.] ANNOTATIONI DEL S. BERNARDINO BALDI D’VRBINO ABBATE DI GVASTALLA, SOPRALE MACHINE SE MOVENTI DIHERONE.
[12.] ANNOTATIONI SOPRA LE MACHINE STABILI.
[13.] Il fine delle Annotationi.
[14.] RECISTRO. A B C D E F G H I K L M L’Opera ſono fogli 12.
[15.] IN VENETIA, Appreſſo Gio. Battiſta Bertoni, Libraro al Pellegrino. M. D C I.
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2913DI CHI TRADVCE. gno, mentre ſeruiua i noſtri Prencipi, fece (per quanto mi
vien
detto) vna tartaruca d’argento, laquale caminan-
do
per la menſa, mouendo i piedi, la coda, &
il capo, ſe
n’andaua
nel mezo;
doue apertaſi, come vna caſſetta, dal-
la
parte diſopra ſomminiſtraua liſteccadĕti.
Queſto me-
deſimo
ardì poi (coſa diſperata da tutti) di porſi à le-
uar
dal fondo del mare, oue era ſommerſo la ſmiſura-
ta
mole del Galeone di V enetia;
il che, ſe bene non gli
ſucceſſe
, lo ſcoperſe nondimeno giuditioſo inuento-
re
, la machina, atta per ſua natura ad alzare peſo mag-
giore
, onde s’argomenta che dall’hauer egli ſaputo fa-
bricare
vn’Automato egli haueſſe quella cognitio-
ne
delle machine, che ſecondo Herone, in queſta del-
le
Se mouenti ſuole eſſer compreſa;
benche ſe noi vo-
leſsimo
gli eſſempij de gli antichi, potreſsimo vedere
Archita
, &
Archimede eccellentiſsimi in queſte piace-
uolezze
eſſere ſtati grandiſsimi Maeſtri di Machine
belliche
da oſſeſe, &
da diffeſa. Herone in queſti due
libretti
, per piu cagioni;
è degno di molta lode l’vna
perla
chiarezza, e per la breuità, con laquale egli in-
ſegna
coſe cotanto intricate, e difficili;
l’altra per il bel-
l’ordine
, e m etodo, col quale egliſe ne caminando nel
darci
ad intendere le coſe, che propone.
Il ſuo modo è ri-
ſolutiuo
, perciò che propoſto, che egli ci quanto in-
tende
di fare, cioè il fine, che egli determina di confegui-
re
, narrando l’vna coſa dopò l’altra;
col medeſimo ordi-
ne
cele viene inſegnando;
e ritornando ſempre indietro
col
riſoluere, finche egli s abbatte in quei principij che
adoperati
con ordine contrario da chi deſidera di com-
porre
, guidano al fine intento, che nella mente dell arte-
fice
era principio, ſegue egli parimente l ordine della na
r
ura, laquale da’ più vniuerſali, e confuſi, diſcende a’

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