Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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1Castelli, il Torricelli, il Cavalieri. E qui il nostro autore lascia a divedere
che questo formarsi e svolgersi della scuola Galileiana costituirà il principale
nucleo del suo lavoro.
Morti, con Galileo, il Castelli ed il Cavalieri, rimase il Torricelli a rap­
presentare quella scuola dentro a quel recinto, dov'ebbe la sua culla, cioè
la corte medicea.
Nella celebre esperienza dell'argento vivo, che il Mersenne
attinse in Roma dalla bocca di Michelangelo Ricci, e che egli poi, il Mer­
senne, comunicò al Pascal, ritornato in Francia, ci addita la scintilla, che
secondò una gran fiamma, a cui si scaldarono e illuminarono tutti gli in­
gegni di Europa.
Nel Torricelli, che, alla corte del Granduca Ferdinando II
fabbricava telescopi, e inventava altri strumenti, riconosce egli l'autore del
più grande incremento che ricevesse mai in quel tempo l'istituzione Gali­
leiana.
Ed a lui, rapito così presto alla scienza, ci mostra succedere il Vi­
viani, il Borelli ed il Rinaldini, sui quali tre validissimi ingegni, ma sui
primi due principalmente, fondava Leopoldo de'Medici le generose speranze
di istituire un'Accademia, a cui si potesse, anco formalmente, attribuire un
tal nome.
Tale fu l'Accademia del Cimento, nella quale, sebbene gli scien­
tifici consessi incominciassero infìno dal 1657, non ostante, al pubblico, non
se ne comunicarono le scoperte, se non che nel 1666 in quel volume, a
cui si volle dar giustamente il titolo di Saggi, perchè nient'altro son vera­
mente se non che saggi di quella ricca e feconda miniera d'oro, che si ri­
man tuttavia nascosta e involta nella scoria dei manoscritti.
Conveniamo con l'autore nel tenere che, fatto cardinale il Principe
Leopoldo, l'Accademia non svanisse per essersi l'institutore di essa rivolto
tutto agli studi ecclesiastici; ma nella risoluzione del Borelli di ritornarsene
in patria, nelle esercitazioni idrauliche a cui il Principe ed i privati tennero
continuamente rivolto il Viviani, nelle lontane peregrinazioni del Magalotti,
noi non ravvisiamo, come vorrebbe il nostro autore, la causa, ma bensì l'ef­
fetto della cessazione della sperimentale Accademia, poichè si trova in più
luoghi affermato che la morte di essa fu posta da Roma come condizione
per insignire il Principe Leopoldo della porpora cardinalizia.
Al Borelli ed al Viviani il nostro fa seguire lo Stenone ed il Redi, i
quali portarono di preferenza la loro attenzione sulle cose di storia natu­
rale, e fa vedere come il Borelli, che aveva applicata la matematica alla fi­
siologia, il Michelini, che lo stesso metodo aveva applicato all'arte medica,
e fu primo institutore della medicina sperimentale, fecondando gli ingegni
del Malpighi e del Redi, operarono sì, che, se non dentro l'Accademia del
Cimento, poco però al di fuori, sorgessero prosperose l'Anatomia micro­
scopica e la vera Storia Naturale, che vennero cosi a dar la massima esten­
sione, e a render quasi compiuta la grande instituzione di Galileo.
Tutto questo grande avvicendarsi di studi, tutte queste piramidi di luce,
che muovono da Galileo stesso, come da prima luminosa sorgente, e si ri­
ettono, e si rinfrangono, e s'incolorano in tanti illustri ingegni, prende
adunque il nostro autore a trattare, pigliando le mosse dalla storia dei prin-

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