Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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295271LIBRO III. potenze, I’ una delle quali lo porti da A in r, ſa-
rà queſta certamente minore di quella;
di modo
che ogni impulſo iſtantaneo di eſsa ſarà più debo-
le di qualſiſia impulſo iſtantaneo dell’ altra.
Ma
come quella potenza, che porta il globo da A in
r, vi mette più tempo, el’ altra, che lo portereb-
be da A in p, ve ne metterebbe meno;
così quella
ripete i ſuoi impulſi più volte, che queſta;
per mo-
do che compenſandoſi col numero la debolezza,
gl’ impulſi dell’ una potenza faranno in ultimo l’
iſteſſa ſomma, che gl’ impulſi dell’ altra;
e queſta
ſomma è l’ azione.
E tutto ciò voi potrete facil-
mente conoſcere nella diſceſa di un grave per un
piano inclinato, che niente è diverſa dal diſcorri-
mento del globo da A fino in r, s’ egli è pur vero,
ch’ egli oſſervi in quel corſo le leggi della gravità.
E’ dunque vero, che l’ azione, che porterebbe il
globo da A fino in p, trovaſi eguale a quella, che
il porta da A fino in r;
e però ſe a queſta aggiun-
geremo l’ altra, per cui premeſi il piano ſecondo
la direzione At, ſaranno le due azioni preſe inſie-
me maggiori della prima;
e ſe voi vorrete attri-
buirle, non già a due potenze nuove, che naſca-
no dalla potenza della corda, ma piuttoſto, come
parmi che voglia il Padre Riccati, alla corda ſteſ-
ſa, egli vi converrà dire, che prù agiſca la corda,
quando trae il globo da A in r, che ſe il traeſſe
da A in p.
Parve, che il Signor Marcheſe alle mie
parole s’ acquietaſſe.
Allora il Signor D. Felice, et
io, diſſe, ſeguendo il Padre Riccati, vi nego,

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