296272DELLA FORZA DE’ CORPI
la corda, mentre trae il globo da A in r, faccia
due azioni, come voi dite. Come? diſſe il Signor
Marcheſe; la corda non tira ella il globo da A in
r? e tirandolo, non urta e ſpinge il piano? e non
ſon due azioni queſte, così che l’ una debba accre-
ſcerſi per l’ aggiunta dell’ altra? Nò, Signore,
riſpoſe il Signor D. Felice, perchè il premere non
è azione; e quando ben foſſe azione, ſarebbe un’
azione infinitamente piccola, e dovrebbe averſi per
nulla. Parmi, Signor D. Felice, riſpoſi io allora,
che ſe voi vorrete provar queſte due coſe, vi biſo-
gnerà ſottilizzar non poco. Et egli ridendo, non po-
trò mai, diſſe, farlo, quanto voi. Ma delle due.
coſe da me propoſte, e che il Padre Riccati ſoſtie-
ne, qual è, che voi mi negate? Io, diſſi, le nego
tutte e due. Or bene, diſſe il Signor D. Felice, io
mi sforzerò in primo luogo di provarvi la prima,
cioè, che il premere non ſia agire; ſebbene io cre-
do, che voi la neghiate, non perchè l’ abbiate per
falſa, ma per far prova o del voſtro ingegno, o
del mio. Del voſtro, riſpoſi, ſarebbe una prova.
troppo piccola, del mio troppo grande; ma che.
che ſia di ciò, provatemi dunque, che il premere
non ſia agire; vedremo poi, ſe, eſſendo agire, ſia
agire infinitamente poco. Allora il Signor D. Feli-
ce incominciò: Primieramente che il premere non
ſia agire, e che la preſſione non ſia azione, può
provarſi per queſto, che niuna azione può eſſere,
dove non ſia effetto niuno; la qual propoſizione,
ſiccome veriſſima, e per ſe ſteſſa manifeſtiſſima,
due azioni, come voi dite. Come? diſſe il Signor
Marcheſe; la corda non tira ella il globo da A in
r? e tirandolo, non urta e ſpinge il piano? e non
ſon due azioni queſte, così che l’ una debba accre-
ſcerſi per l’ aggiunta dell’ altra? Nò, Signore,
riſpoſe il Signor D. Felice, perchè il premere non
è azione; e quando ben foſſe azione, ſarebbe un’
azione infinitamente piccola, e dovrebbe averſi per
nulla. Parmi, Signor D. Felice, riſpoſi io allora,
che ſe voi vorrete provar queſte due coſe, vi biſo-
gnerà ſottilizzar non poco. Et egli ridendo, non po-
trò mai, diſſe, farlo, quanto voi. Ma delle due.
coſe da me propoſte, e che il Padre Riccati ſoſtie-
ne, qual è, che voi mi negate? Io, diſſi, le nego
tutte e due. Or bene, diſſe il Signor D. Felice, io
mi sforzerò in primo luogo di provarvi la prima,
cioè, che il premere non ſia agire; ſebbene io cre-
do, che voi la neghiate, non perchè l’ abbiate per
falſa, ma per far prova o del voſtro ingegno, o
del mio. Del voſtro, riſpoſi, ſarebbe una prova.
troppo piccola, del mio troppo grande; ma che.
che ſia di ciò, provatemi dunque, che il premere
non ſia agire; vedremo poi, ſe, eſſendo agire, ſia
agire infinitamente poco. Allora il Signor D. Feli-
ce incominciò: Primieramente che il premere non
ſia agire, e che la preſſione non ſia azione, può
provarſi per queſto, che niuna azione può eſſere,
dove non ſia effetto niuno; la qual propoſizione,
ſiccome veriſſima, e per ſe ſteſſa manifeſtiſſima,