Del Bruno, Raffaelo, Ristretto delle cose piu' notabili della citta' di Firenze, 1719

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1 porre pubblicamente alla luce, ſe non per-
chè trar ſe ne poſsa giovamento, o dilet-
to; qual utile, o qual diletto puote arreca-
re colui, il quale, per la novità delle
coſe, di cui ragiona, per la vaghezza, e
l'ornamento dello ſtile, o per altra coſa de-
gna di lode, in qualche parte riguardevole
ſi rende?
Se così è, o Lettore, già prevedo
la taccia, che ſenza dubbio mi ſarà data,
nel pubblicare colle ſtampe queſt'Operetta.

Diranno molti, e con ragione, che il nuo-
vamente trattare d'un argomento già trito,
non è ſtato altro, che un faticar ſenza frut-
to.
Ed invero, che non fecero ſopra il me-
deſimo ſoggetto tanti Scrittori di primo gri-
do
?
Ne ſcriſsero a maraviglia i due Borghi-
ni; Vincenzio l'uno ne' ſuoi Trattati, e,
Raffaello l'altro nel ſuo Ripoſo.
Il Mini, il
Giambullari, e il Bocchi ne compoſero vo-
lumi interi, di belliſſime erudizioni ripieni:
Molto vi faticò Meſſ. Giovanni Cinelli: mol-
to ne diſſe Ferdinando Leopoldo del Miglio-
re: e l'erudito Filippo Baldinucci, quante
belle notizie non ce ne diede ne' ſuoi cele-
bri Decennali?
E che dunque ho io mai pre-
teſo nel comporre, e pubblicare queſto Ri-
ſtretto
?
Forſe dir coſe nuove, o con ma-
niere più belle, di quello fecero i mento-
vati Scrittori?
Queſta ſarebbe coſa da teme-
rario, o da uomo, che non abbia fior di giu-
dizio. Ho ſolamente creduto con queſto
breve compendio, d'alleggerir la fatica al
Foreſtiero, che abbia deſio d'informar-
ſi ſuccintamente delle coſe più ſingolari di
queſta noſtra Città: perchè avvertendo da
una parte, quanto diffuſamente ne hanno

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