Mellini, Domenico
,
Discorso
,
1583
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archimedes
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30
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ſi fatta, faceſſe muouere lo detto corpo in gi
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lb
/>
ro. </
s
>
<
s
>Ma queſto hauerebbe in ſe due impoſsi
<
lb
/>
bilità, le quali ridurrebbono la coſa à tale, che
<
lb
/>
ò il Moto non ſi farebbe, ne ſi darebbe in mo
<
lb
/>
do alcuno: ò non durerebbe molto, non che
<
lb
/>
fuſſe perpetuo. </
s
>
<
s
>L'vno ſarebbe la quantità del
<
lb
/>
la Rena: la quale biſognerebbe, che fuſſe infi
<
lb
/>
nita, douendone ſempre ſcendere della nuo
<
lb
/>
ua da vna Tramoggia per dire coſi, ò da altra
<
lb
/>
coſa ſimile à quella. </
s
>
<
s
>Et che la Rena fuſſe infi
<
lb
/>
nita, ſarebbe al tutto impoſsibile: perche l'in
<
lb
/>
finito attuale non ſi dà, ne può darſi. </
s
>
<
s
>Et che'
<
lb
/>
ſia vero, ſi può conſiderare, che ſe la Rena fuſ
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lb
/>
ſe di quantità infinita, per forza occuperebbe
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/>
tutto il luogo de gl'altri corpi dell'Vniuerſo:
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lb
/>
ò vn' corpo penetrerebbe l'altro: & il corpo &
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lb
/>
luogo che la conteneſſe, ſaria anch'eſſo infini
<
lb
/>
to: & coſi ſariano due Infiniti: che è molto
<
lb
/>
maggiore inconueniente & impoſsibile. </
s
>
<
s
>L'al
<
lb
/>
tra impoſsibilità ſarebbe il non potere ſeruirſi
<
lb
/>
ſempre della Rena medeſima, quando la fuſſe
<
lb
/>
buona quantità, ma finita. </
s
>
<
s
>Concioſia che
<
lb
/>
non ſi fuſſe per trouare modo, che con qual
<
lb
/>
che poſsibilità, per non dire ageuolezza, ſi po
<
lb
/>
teſſe ridurre tutta la detta Rena nel luogo, do
<
lb
/>
ue la fuſſe ſtata prima, ſe non in altra guiſa,
<
lb
/>
col riuoltare almeno di quella Machina, & di
<
lb
/>
quel ſeno, ſpazio & riccettacolo, doue la fuſ
<
lb
/>
ſe tutta caduta: ſi come ſi vede in vno Horiuolo
<
lb
/>
fatto à poluere: ò in alcuni Tabernacoli, che co
<
lb
/>
ſi gli chiamo, per non ſapere con che altro piu </
s
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chap
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archimedes
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