307283LIBRO III.
con cui ſeparatamente ſi ſcorrerebbono i lati AB,
AC. Di che pare ad alcuni, che l’ uguaglianza tra
l’ effetto e la cauſa ſi levi, non ſenza pericolo, che
ſe ne ſdegnino i metafiſici, concioſiacoſache le po-
tenze eſercitandoſi ſeparatamente producano velo-
cità maggiore; e poi ne producano una minore,
eſercitandoſi congiuntamente. Ma quelli, che così
parlano, non pongon mente, che quando le poten-
ze ſi congiungono, ognuna di loro agiſce forſe
meno nel corpo di quel, che agirebbe, ſe foſſero
ſeparate; il perchè non è da maravigliarſi, che pro-
ducano effetto minore; e poca ragione avrebbono
i metafiſici di ſdegnarſene, eſſendo l’effetto, ſecon-
do eſſi, proporzionale non veramente alla potenza
ma all’ azione. Sono poi alcuni, i quali immagi-
nano, che le due potenze, che ſpingono il corpo
per li due lati AB, AC, e che io chiamerò poten-
ze laterali, ne producano una terza, che lo ſpinga
per AD, che io chiamerò potenza diagonale; e
queſti miſurando le potenze dalle velocità, che,
producono, ſono aſtretti di dire, che la potenza
diagonale ſia minore della ſomma delle due latera-
li, da cui vien prodotta; onde pare anche a loro,
che tolgaſi l’ uguaglianza tra la cagione el’ effetto.
Ma il Padre Riccati molto ſottilmente gli ripren-
de, e con ragione; perciocchè nega egli, che le,
potenze laterali poſſan produrre veruna potenza,
nuova; e dice, che ſe il corpo ſcorre la diagonale
AD, ciò fa egli, non per l’ azione d’alcuna poten-
za nuova che allor ſi produca, ma per l’azione
AC. Di che pare ad alcuni, che l’ uguaglianza tra
l’ effetto e la cauſa ſi levi, non ſenza pericolo, che
ſe ne ſdegnino i metafiſici, concioſiacoſache le po-
tenze eſercitandoſi ſeparatamente producano velo-
cità maggiore; e poi ne producano una minore,
eſercitandoſi congiuntamente. Ma quelli, che così
parlano, non pongon mente, che quando le poten-
ze ſi congiungono, ognuna di loro agiſce forſe
meno nel corpo di quel, che agirebbe, ſe foſſero
ſeparate; il perchè non è da maravigliarſi, che pro-
ducano effetto minore; e poca ragione avrebbono
i metafiſici di ſdegnarſene, eſſendo l’effetto, ſecon-
do eſſi, proporzionale non veramente alla potenza
ma all’ azione. Sono poi alcuni, i quali immagi-
nano, che le due potenze, che ſpingono il corpo
per li due lati AB, AC, e che io chiamerò poten-
ze laterali, ne producano una terza, che lo ſpinga
per AD, che io chiamerò potenza diagonale; e
queſti miſurando le potenze dalle velocità, che,
producono, ſono aſtretti di dire, che la potenza
diagonale ſia minore della ſomma delle due latera-
li, da cui vien prodotta; onde pare anche a loro,
che tolgaſi l’ uguaglianza tra la cagione el’ effetto.
Ma il Padre Riccati molto ſottilmente gli ripren-
de, e con ragione; perciocchè nega egli, che le,
potenze laterali poſſan produrre veruna potenza,
nuova; e dice, che ſe il corpo ſcorre la diagonale
AD, ciò fa egli, non per l’ azione d’alcuna poten-
za nuova che allor ſi produca, ma per l’azione