Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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309285LIBRO III. ſuaſa del teorema, e credo, che gli altri ancora lo
ſieno;
onde voi potete paſſare avanti. Vengo dun-
que, riſpoſe il Signor D.
Felice, all’ argomento del
Padre Riccati;
nel quale ſe io dicendo le coſe,
che mi parran neceſſarie, ne laſcierò alcune, che,
quantunque non neceſſarie, eſſendo però congiun-
te all’ argomento ſteſſo, potrebbe piacervi d’ in-
tendere, voi me le dimanderete, et io vedrò di ſod-
disfarvi;
quelli poi, che ſi opporranno all’ argo-
mento, e non vorranno averlo per vero, laſcierò,
che ſi ſoddisfacciano da loro ſteſſi.
10 dico dunque,
che le due potenze laterali poſſono ſempre conſide-
rarſi, come due corde elaſtiche, le quali tirino il
corpo;
perciocchè di qualunque maniera ſieno le
potenze, faranno ſempre lo ſteſſo, che due corde fa-
rebbono.
Sia dunque AB la potenza di una corda
elaſtica AS, che tiri il corpo con la direzione AS;
e ſia AC la potenza di un’altra corda elaſtica AC,
che tiri il corpo con la direzione AC.
Intanto il
corpo, incamminandoſi per la diagonale AD, co-
me vogliono i meccanici, ſcorra lo ſpazietto infini-
teſimo Ar.
Egli è certo, per le coſe dette, che la
corda SA traendo il corpo da A in r, fa quella.

ſteſſa azione, che farebbe, ſe lo traeſſe da A in p;

e che queſta azione, miſurandoſi dalla potenza.

moltiplicata per lo ſpazio, ſi eſprimerà col rettan-
golo di AB, et Ap.
E ſimilmente apparirà, che an-
che l’ azione della corda CA, traente il corpo da
A in r, ſi eſprimerà col rettangolo di AC, et Aq.

E non è alcun dubbio, che ſe ſoſſe una terza

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