Bianconi, Giovanni Lodovico, Due lettere di fisica al signor marchese Scipione Maffei, 1746
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31XXIII prendemmo uno di que’diamanti incaſtra-
ti nella eſtremità di una ſottile aſta di
ferro, dei quali ſoglionſi ſervire i vetraj
per tagliare le laſtre di vetro, o di cri-
ſtallo, e queſto deſtramente pel collo nel-
la Caraffa introdotto, lo portammo leg-
geriſſimamente a toccare il fondo.
Non
ebbelo appena toccato, che la Caraffa non
altrimenti che ſe le ſi foſſe laſciato ca-
der dentro una conſiderabile ſcaglia di ſel-
ce o di criſtall@, d’ogn’intorno in mol-
tiſſimi pezzi ſcoppiò e con gran violen-
za ſi ruppe.
Replicoſſi con attenzione l’
eſperienza, e non ſolamente provoſſi col
diamante, ma altresì colla pietra focaja,
col vetro, e con altri corpi che nel ſo-
lito modo dentro delle altre Caraffe s’in-
troduſſero, ed ogniuno colle proprie ma-
ni ſi aſſicurò, che l’ effetto riuſciva co-
ſtantemente e a maraviglia, e che la pic-
cola forza colla quale dovevaſi

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