Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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316292DELLA FORZA DE’ CORPI no e fan contraſto l’una con l’altra; ne ſo ſe, met-
tendoſi queſte preſſioni a luogo di azioni, foſſe poi
così facile il dimoſtrare, che le due azioni delle po-
tenze laterali foſſero eguali all’ azione della poten-
za diagonale.
Non ſo, diſse allora il Signor D. Fe-
lice ridendo, qual di noi ſia più malizioſo, o io,
che voi dite aver uſate tante malizie, o voi, che
penſate di averle diſcoperte.
Ma perchè non laſcia-
te, che il Signor D.
Nicola proſeguiſca il ſuo ra-
gionare, e finiſca di eſporre quella difficoltà, che
avea cominciato?
Niuna difficoltà, diſse allora il
Signor D.
Nicola, intendo io di eſporvi; intendo
ſolo, che voi mi ſpieghiate una coſa, la quale o
non ho letta nel Padre Riccati, o non me ne ricor-
do, et è però degna, che ſi ſappia.
Ed eccola. I
meccanici richieggono, che il corpo A tirato da a-
mendue le potenze, non ſolamente ſcorra la dia-
gonale AD, ma la ſcorra in quel medeſimo tempo,
in cui ſcorrerebbe o l’ uno o l’ altro lato del pa-
rallelogrammo, ſe foſse tirato o dall’ una o dall’ al-
tra potenza ſolamente.
Così ſe ſi condurranno le
due linee rm, rn parallele ai lati DB, DC, com-
piendo il parallelogrammo mn, vogliono i mecca-
nici, che il corpo ſcorra la lineetta Ar in quel tem-
po ſteſso, in cui ſcorrerebbe o la linea Am,
ſe foſse tirato dalla ſola potenza AB, o la
linea An, ſe foſse tirato dalla ſola AC.
Ora
io ho inteſo per le coſe da voi ragionate,
che le azioni delle potenze ſon ſempre le medeſi-
me, o traggano congiuntamente il corpo in r, o

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