Gallaccini, Teofilo
,
Trattato sopra gli errori degli architetti
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16
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0032
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32
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DEGLI ERRORI DEGLI ARCHITETTI
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metter di lavorare con poca ſpeſa, e di contentarſi di minor pagamento di
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lb
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quello, che ſi richieda dagli altri. </
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s
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echoid-s685
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preserve
">E ſe peravventura non ſaranno molto prati-
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lb
/>
chi nelle fabbriche importanti, e ſtraordinarie, non è coſa ſicura il ſervirſene,
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lb
/>
poichè ſi dee temere, che non ſieno per imparare a ſpeſe di chi ſe ne fida;
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lb
/>
</
s
>
<
s
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echoid-s686
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preserve
">che la poca pratica, che hanno nell’ Arte loro, non eſſendo avvezzi ad altro, che a
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lb
/>
riſarcir mura vecchie, e a fabbricar ſemplici caſe di perſone private, e povere,
<
lb
/>
non baſta per uſarſi nelle fabbriche nobili, pubbliche, e di molta importanza: </
s
>
<
s
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echoid-s687
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preserve
">
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lb
/>
concioſſiachè queſti tali non ſanno quanto è neceſſario, per condurre alla ſua con-
<
lb
/>
veniente perfezione qualunque fabbrica di grandiſſimo conto. </
s
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echoid-s688
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preserve
">Quelli poi, che non
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lb
/>
intendono i diſegni, nè i modelli di qualſivoglia maniera d’edificio, eſſendo
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lb
/>
d’ingegno groſſiſſimo, e più atti a portare la calcina e i mattoni, che ad ado-
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lb
/>
prare la murajola, il martello, e l’archipenzolo, debbono totalmente eſſere
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lb
/>
eſcluſi da ogni fabbrica, eſſendo privi di quella cognizione, che, bene in-
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lb
/>
teſa, apre la ſtrada, ed agevola il modo di porre in effetto ogni opera, benchè
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lb
/>
difficile. </
s
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s
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echoid-s689
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preserve
">Ma eſſendone in tutto ignoranti, o non ſon riſoluti, e ſicuri nell’ope-
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lb
/>
rare, e operando s’allontanano dallo ſcopo dell’ Architetto, o contraffanno al-
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lb
/>
la volontà de’padroni, o confondono l’ordine delle parti della fabbrica, e la fan-
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lb
/>
no moſtruoſa, o finalmente volendo moſtrare d’aver inteſo il modello alla guiſa
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lb
/>
de mal ſaputi, e de’ſuperbi, oſtinatamente pretendono d’aver bene operato, e di
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lb
/>
non aver biſogno de’diſegni, nè degli avvertimenti degli Architetti. </
s
>
<
s
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echoid-s690
"
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preserve
">Coſa la più dan-
<
lb
/>
noſa alle fabbriche, e la più nemica delle buone ragioni d’ Architettura e dell’ Arte
<
lb
/>
ſteſſa del murare. </
s
>
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s
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echoid-s691
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preserve
">Come, perchè per eſſa s’ eſce del dritto, e del giuſto, ſecon-
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lb
/>
do il quale ſi regola ogni Arte meccanica, e miniſtrativa; </
s
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s
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echoid-s692
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preserve
">così perchè non fe-
<
lb
/>
guendoſi i diſegni degli Architetti, formati ſecondo la buona ragion d’ Architet-
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lb
/>
tura, e le ſue regole, in quanto ſi richiede al ſito, alla comodità, e al biſogno
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lb
/>
dell’ edificio, non obbediſcono alla dritta regola dell’ Architettura, la quale è la
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lb
/>
Tramontana del bene operare. </
s
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s
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echoid-s693
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preserve
">Onde la fabbrica diviene inutile, e la ſpeſa in tut-
<
lb
/>
to vana; </
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>
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echoid-s694
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="
preserve
">e per neceſſità convien dare a terra tutto il lavoro fatto per rifarlo di
<
lb
/>
nuovo, e ſervirſi d’ altri artefici: </
s
>
<
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echoid-s695
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preserve
">oppure forz’ è laſciar l’ opera così mal condot-
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lb
/>
ta in abbandono; </
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preserve
">almeno cercar d’ emendarla, lo che è molto difficile: </
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echoid-s697
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preserve
">o fi-
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/>
nalmente ridurſi ad uſarla con grandiſſimo diſpiacere, per moſtrare in parte di
<
lb
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non aver gittato i danari. </
s
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preserve
">Finalmente i muratori d’ oſtinata opinione di loro ſtef-
<
lb
/>
ſi, i quali ſtimano di ſapere abbaſtanza, e di non aver biſogno d’ Architetti, che
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lb
/>
ſtieno lor ſopra, e che affermano d’ eſſer più atti ad inſegnar loro, che a ſe-
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lb
/>
guitare i diſcorſi, le regole, e i diſegni loro: </
s
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echoid-s699
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="
preserve
">ed eſſendo così pertinaci nella loro
<
lb
/>
pretenſione, non ſon docili, nè obbedienti, ma ſempre contraſtano al parer lo-
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lb
/>
ro, e fanno ſempre profeſſione di ſeguir tutto il contrario di ciò, che da quelli
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lb
/>
con buona ragione, e con ottime regole è ſtato lor dimoſtrato, e di far tutto
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lb
/>
quello, che lor detta il proprio capriccio, il quale non ha altro fondamento,
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lb
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che una certa pratica ſregolata, ſenza rettitudine alcuna. </
s
>
<
s
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preserve
">Laonde i fabbricatori,
<
lb
/>
e gli Architetti, eſſendo diſuniti, non ſi può far opera, che non abbia molti di-
<
lb
/>
fetti. </
s
>
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preserve
">E tutti queſti ſono i diſordini, e gl’ inconvenienti, e gli errori, che ven-
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lb
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gono dagli Architetti, i quali hanno fatto mala elezione dei fabbricatori.</
s
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21
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">CAPO VI.
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Degli errori della mala elezione del tempo.</
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preserve
">AVendo a ragionare degli errori appartenenti all’ elezione del tempo, che ſi
<
lb
/>
fa dagli Architetti per fabbricare qualſivoglia ſpecie d’ edifizio, è neceſſa-
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lb
/>
rio primieramente vedere ciò, che ſia queſto tempo. </
s
>
<
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echoid-s704
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preserve
">E perchè non ſi può co-
<
lb
/>
noſcer queſto tempo, di cui s’intende trattare in queſto Capitolo, ſenza proce-
<
lb
/>
der con diſtinzione; </
s
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preserve
">pertanto prima lo divideremo, e poi dimoſtreremo, quale
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ſia il tempo inteſo in queſto luogo. </
s
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preserve
">Diciamo dunque, il tempo eſſere di due
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ragioni, l’una il tempo comune, e l’altra il tempo proprio, e particolare. </
s
>
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="
echoid-s707
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preserve
">Il
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lb
/>
tempo proprio, cioè, adattato, ſi è quello ſpazio breve, o lungo, il quale è la
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lb
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miſura di tutto il corſo, o di qualunque parte di qualſivoglia operazione. </
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echoid-s708
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