Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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1si movessero i due indici nel sopra disegnato orologio, ma non rappresen­
tando altro le due mostre che due archi di cerchio, si può asserir con cer­
tezza che non dovesse essere il moto nè continuo, nè regolato a una mi­
23[Figure 23]
Figura 15.
sura prefinita, da non si poter variare all'arbitrio e al fine
dell'osservatore.
Ma pure, insiem con quello, il Santorio
descrive un altro strumento, che ha l'esteriore figura e
forma di un vero orologio a pendolo.
La figura che si vede
nella colonna 307 è una mostra circolare digradata in 12
parti, di sotto alla quale vedesi uscire il pendolo.
E per­
chè, fra le altre figure, disegnate insieme nel campo della
pagina citata, questa di cui particolarmente intendiamo è
in ordine la terza, “ tertium est (ivi dice l'Autore per illu­
strarla) ad instar cotylae depressae, ex qua egreditur filum
cui appensa est pila plumbea ”.
Noi rappresentiamo sotto
gli occhi de'nostri lettori l'immagine di questa Cotyla
fedelmente disegnata nella figura 15.
Alla colonna 510 ricorre la medesima figura, della Cotyla sopra ac­
cennata, con questa sola differenza: che la mostra non è in 12, ma è di­
visa in 24 parti uguali, com'usava agli orologi pubblici di que'tempi.
Que­
sto orologio a pendolo, di cui si vede con fedeltà nella nostra figura 16
24[Figure 24]
Figura 16.
riprodotto il disegno, è ordinato dall'Inventore a mi­
surare i moti della inspirazione e della espirazione
dell'infermo, e intorno ad esso il nostro Medico au­
tore ivi scrive le seguenti parole: “ Modus vero di­
metiendi inspirationem et espirationem habetur per
instrumentum propositum.
Dimetimur enim facillime
expirationem prius manu ad cor admota, deinde cum
filo, cui alligatus sit globulus plumbeus satis longo,
motum et quietem respirationis observamus.
Dicimus
satis longo, quia, quo longuis est, motus tardior fit ”.
Non sembra a noi poter esservi nessun dubbio
che questa così detta Cotyla, descrittaci o mostrataci
sotto velo dal Santorio, non sia un vero e proprio
orologio a pendolo.
La chiama Cotyla perchè, come
udimmo dire a lui stesso, la mostra era alquanto
incavata da presentar l'immagine di una scodella,
ma dietro alla scodella doveva esservi qualche con­
gegno, il quale comunicasse all'indice i moti vibra­
torii del pendolo.
In che propriamente consistesse un tal congegno, e come
fosse connesso con gli stessi moti vibratorii, non possiamo noi dirlo con cer­
tezza, ma è facile indovinare che consistesse tutto in ruote dentate, a somi­
glianza di quell'altro orologio a pendolo, che per uso di trovar le longitudini
fu proposto da Galileo.
Abbiamo detto di sopra esser questo il primo documento storico pub-

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