Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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Questa del pendolo (così par che il Viviani voglia dare il principio a
una
sua Trattazione) si è una delle più antiche invenzioni e scoperte in na­
tura
del Galileo, e fu circa l'anno 1580, quando egli era studente a Pisa,
nel
trovarsi egli un giorno in quel Duomo, dove si abbattè di vedere, la­
sciata
in moto, una lampada pendente da una lunghissima corda.
E, come
quello
che da giovanetto s'era anche esercitato nella Musica, sotto la disci­
plina
di quel gran Vincenzio suo Padre, che dottamente scrisse poi in Dia­
logo
della Musica antica e moderna; perciocchè aveva impressa nell'anima
l
'egualità de'tempi, co'quali essa si regola, riflettendo a quel moto, gli fu
facile
il giudicarlo in mente sua equitemporaneo, nelle andate lunghe e
larghe
al principio del moto, come nelle strette sul fine verso la quiete.
In
casa
poi se ne chiarì in più modi con replicate esperienze esattissime, tro­
vando
, coll'aiuto de'suoi compagni, che in un determinato numero di vibra­
zioni
d'un certo pendolo, lasciato andar sempre da una distanza medesima
del
perpendicolo, quante ne faceva un altro pendolo delle larghe, altrettante
in
ciascuno ne faceva delle strette e delle strettissime.
Che se il numero di
queste
eccedeva di qualcosa il numero di quelle, il che però si fa visibile
solamente
dopo un numero grandissimo delle une e delle altre, attribuiva
questa
piccola maggioranza al minore ostacolo, che arreca l'aria al mobile
più
tardo, qual'è quello del grave pendolo nel passar gli archi più piccoli,
che
al mobile più veloce, qual'è il medesimo nel passar gli archi grandi .

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