326302DELLA FORZA DE’ CORPI
ci, e l’ uguaglianza dell’ azione e dell’ effetto ſta-
bilita dai metaſiſici. Io non voglio levar via quel-
la concordia, riſpoſi; anzi dico, che ſenza tanto
ſtudio può beniſſimo conſervarſi, e ſenza forza
viva. Queſto, diſſe allora la Signora Principeſſa. ,
dovreſte voi ſpiegarci. Ne lunga, riſpoſi, ne dif-
ficile ſpiegazione vi ſi ricerca; ſolo che voi mi
concediate quello, che niuno, ch’ io ſappia, ha mai
negato, cioè che la ſteſſa potenza ora agiſca più,
et ora agiſca meno; il che certamente non induce
diſuguaglianza veruna tra l’ azione e l’ effetto; per-
ciocchè può beniſſimo la potenza ſteſſa qualora
agiſce più, produrre effetto maggiore, e qualora
agiſce meno, produrre effetto minore. Qui il Sig.
D. Felice ridendo, certo, diſſe, voi a coteſto mo-
do vi aprite la ſtrada ad una ſpiegazion facile; per-
chè potete oramai dire, che, eſſendo le due poten-
ze ſeparate, ognuna di loro agiſce più; et eſſendo
congiunte, ognuna agiſce meno; e così maggiore
velocità producono, eſſendo ſeparate, che non fan-
no, eſſendo congiunte. Io potrei dir queſto, riſ-
poſi; e s’ io il diceſſi, non ſo, che alcuno poteſſe
rimproverarmi di avere indotto diſuguaglianza tra
l’azione e l’effetto. Ma io non voglio privare il teo-
rema meccanico dell’ onore, che alcuni gli fanno, d’
una ſpiegazione più lunga. E ciò dicendo, preſi un
ſoglio in mano, in cui diſegnai toſto la ſigura ſe-
11F. VI. ſta, che fu ſubito ricopiata dagli altri. Poi diſſi:
ſieno AB, AC le due potenze, che ſpingono il cor-
po A, con le direzioni delle ſteſſe linee AB, AC;
bilita dai metaſiſici. Io non voglio levar via quel-
la concordia, riſpoſi; anzi dico, che ſenza tanto
ſtudio può beniſſimo conſervarſi, e ſenza forza
viva. Queſto, diſſe allora la Signora Principeſſa. ,
dovreſte voi ſpiegarci. Ne lunga, riſpoſi, ne dif-
ficile ſpiegazione vi ſi ricerca; ſolo che voi mi
concediate quello, che niuno, ch’ io ſappia, ha mai
negato, cioè che la ſteſſa potenza ora agiſca più,
et ora agiſca meno; il che certamente non induce
diſuguaglianza veruna tra l’ azione e l’ effetto; per-
ciocchè può beniſſimo la potenza ſteſſa qualora
agiſce più, produrre effetto maggiore, e qualora
agiſce meno, produrre effetto minore. Qui il Sig.
D. Felice ridendo, certo, diſſe, voi a coteſto mo-
do vi aprite la ſtrada ad una ſpiegazion facile; per-
chè potete oramai dire, che, eſſendo le due poten-
ze ſeparate, ognuna di loro agiſce più; et eſſendo
congiunte, ognuna agiſce meno; e così maggiore
velocità producono, eſſendo ſeparate, che non fan-
no, eſſendo congiunte. Io potrei dir queſto, riſ-
poſi; e s’ io il diceſſi, non ſo, che alcuno poteſſe
rimproverarmi di avere indotto diſuguaglianza tra
l’azione e l’effetto. Ma io non voglio privare il teo-
rema meccanico dell’ onore, che alcuni gli fanno, d’
una ſpiegazione più lunga. E ciò dicendo, preſi un
ſoglio in mano, in cui diſegnai toſto la ſigura ſe-
11F. VI. ſta, che fu ſubito ricopiata dagli altri. Poi diſſi:
ſieno AB, AC le due potenze, che ſpingono il cor-
po A, con le direzioni delle ſteſſe linee AB, AC;