II.
Benchè sia un fatto che Galileo non si rivolse a principio, con fiducioso
amore e con sollecito studio, al pendolo, per far di lui il più squisito mi
suratore del tempo, venne nulladimeno assai presto l'occasione che gli fece
sentir come l'importante problema era riserbato a risolversi da quel suo ne
gletto strumento. Venne appunto quell'occasione, quando, per mezzo delle
osservazioni de'Satelliti di Giove, gli cadde in pensiero che si potesse, me
glio che in qualunque altro modo, ritrovar le longitudini dai naviganti. Al
lora tornò il suo pendolo oscillatorio a incorargli una fiducia che i tempi
necessarii per valersi di quelle gioviali osservazioni, non si sarebbero potuti
misurar nè più comodamente nè più esattamente, che dai moti invariabili
di lui. “ Io ho tale misuratore del tempo (scriveva nell'Agosto del 1636
agli Stati Generali di Olanda) che se si fabbricassero quattro o sei di tali
strumenti, e si lasciassero scorrere, troveremmo, in confermazione della loro
giustezza, che i tempi di quelli misurati e mostrati, non solamente d'ora in
ora, ma di giorno in giorno, e di mese in mese, non differirebbero tra di
loro, nè anco di un minuto secondo, tanto uniformemente camminano ”
(Alb. VII, 86).
amore e con sollecito studio, al pendolo, per far di lui il più squisito mi
suratore del tempo, venne nulladimeno assai presto l'occasione che gli fece
sentir come l'importante problema era riserbato a risolversi da quel suo ne
gletto strumento. Venne appunto quell'occasione, quando, per mezzo delle
osservazioni de'Satelliti di Giove, gli cadde in pensiero che si potesse, me
glio che in qualunque altro modo, ritrovar le longitudini dai naviganti. Al
lora tornò il suo pendolo oscillatorio a incorargli una fiducia che i tempi
necessarii per valersi di quelle gioviali osservazioni, non si sarebbero potuti
misurar nè più comodamente nè più esattamente, che dai moti invariabili
di lui. “ Io ho tale misuratore del tempo (scriveva nell'Agosto del 1636
agli Stati Generali di Olanda) che se si fabbricassero quattro o sei di tali
strumenti, e si lasciassero scorrere, troveremmo, in confermazione della loro
giustezza, che i tempi di quelli misurati e mostrati, non solamente d'ora in
ora, ma di giorno in giorno, e di mese in mese, non differirebbero tra di
loro, nè anco di un minuto secondo, tanto uniformemente camminano ”
(Alb. VII, 86).
In queste parole è evidentemente inteso il semplice pendolo, le vibra
zioni del quale direttamente numerate esibiscono, senz'altro meccanismo ag
giuntovi, la misura esatta del tempo. Ma quelle misurazioni, oltre ad esser
bene spesso fallaci, per mancanza di attenzione o per accidental divagamento
degli osservatori, riuscivan sommamente tediose, per cui parve al Renieri di
aver fatto in tal proposito qualche progresso, quando, avendo osservata una
nuova proprietà nel moto de'pendoli, credette di poter per essa dedurre il
numero delle vibrazioni, senz'aver bisogno di star lì pazientemente a con
tarle a una a una.
zioni del quale direttamente numerate esibiscono, senz'altro meccanismo ag
giuntovi, la misura esatta del tempo. Ma quelle misurazioni, oltre ad esser
bene spesso fallaci, per mancanza di attenzione o per accidental divagamento
degli osservatori, riuscivan sommamente tediose, per cui parve al Renieri di
aver fatto in tal proposito qualche progresso, quando, avendo osservata una
nuova proprietà nel moto de'pendoli, credette di poter per essa dedurre il
numero delle vibrazioni, senz'aver bisogno di star lì pazientemente a con
tarle a una a una.
“ Voglio dar parte (così egli scrive in una lettera a Galileo del 27 Mar
zo 1637) a V. S. di una osservazione fatta da me nelle vibrazioni de'corpi
pendoli, che forse, se da lei non è stata avvertita, non le dispiacerà; ed è
che lasciandosi andar dall'uno de'lati dell'arco da loro descritto e restrin
gendosi sempre più, tante vibrazioni pongono la prima volta nel restringersi
un palmo, quanto ìa seconda e la terza ecc. Coll'esempio mi lascerò forse
meglio intendere. Sia sospeso il pendolo A (fig. 17) dal punto E fino all'al
tezza dell'arco LF. Lasciandosi poi andar libero fino ad H, nel ritorno farà
la vibrazione d'arco minore in B, la terza in C, ecc. Ora, se, per esempio,
la decima vibrazione avrà slontanato il pendolo dalla perpendicolare all'oriz
zonte EI, per la quantità dell'arco GL, ogni volta che il pendolo si tornerà
a lasciar cader libero dal punto F, e che avrà ristrette le sue vibrazioni al-
zo 1637) a V. S. di una osservazione fatta da me nelle vibrazioni de'corpi
pendoli, che forse, se da lei non è stata avvertita, non le dispiacerà; ed è
che lasciandosi andar dall'uno de'lati dell'arco da loro descritto e restrin
gendosi sempre più, tante vibrazioni pongono la prima volta nel restringersi
un palmo, quanto ìa seconda e la terza ecc. Coll'esempio mi lascerò forse
meglio intendere. Sia sospeso il pendolo A (fig. 17) dal punto E fino all'al
tezza dell'arco LF. Lasciandosi poi andar libero fino ad H, nel ritorno farà
la vibrazione d'arco minore in B, la terza in C, ecc. Ora, se, per esempio,
la decima vibrazione avrà slontanato il pendolo dalla perpendicolare all'oriz
zonte EI, per la quantità dell'arco GL, ogni volta che il pendolo si tornerà
a lasciar cader libero dal punto F, e che avrà ristrette le sue vibrazioni al-