Mellini, Domenico, Discorso, 1583

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1re sempre: ò inanimato naturale, ò artifiziale, & bi
ſognoſo di vno altro agente & Motore, & quel
lo di vn'altro con procedere in infinito, che è
anco impoſsibile.
Et ſe alcuno diceſſe, che'ſi
potria muouere per forza di Ruote & di con­
trapeſi, ſi come ſi moueua quel corpo sferico,
compoſto gia & fabbricato con Arte maraui­
glioſa & ſtupenda da Lorenzo della Volpaia;
& che anco hoggidi ſi ritroua nella Ricchiſsi­
ma, & veramente Reale Guardaroba del noſtro
Sereniſsimo Gran DVCA di Toſcana, nel qua
le ſi vedeuano, & veggiono i Moti di tutti i Pia
neti, & dell'ottaua sfera; Riſponderei, che tut
ti queſti Motori, ſi come, gl'altri di qualun­
que ſorte e'ſi fuſſero, ò naturali, ò artifiziali, ò
miſti, ſarebbero ridotti ſotto le Regole del­
l'Arte, & per mezzo di quella adattati all'artiſi
zio di gia detto: Et tutti forza ſarebbe, che
qualche volta, & bene ſpeſſo fuſſero impe­
diti nellaloro operazione da piu & diuerſe ca­
gioni, contrarietà, alterazioni, mutazioni, &
guaſtamenti, & altre coſe accidentali, proce­
denti dalla Materia, di ſua natura alterabile &
corrottibile; & dal Tempo, che à lungo anda­
re guaſta, conſuma & diſſolue ogni coſa: ne
patiſce che in qual ſi voglia, dal Cielo della Lu
na in giù, ſia ſtabilità, ne lunga durazione, non
che perpetuità.
E ſimilmente da auuertire
per confutazione di tanto incoueniente & im
poſsibile, che ſenza il toccamento continouo
& ſcambieuole del Mobile & del Motore, non

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