330306DELLA FORZA DE’ CORPI
ſolverſi d’ una azione in due non reſti anche una
coſa oſcuriſſima. Io non lo nego, riſpoſi; ma al-
tro è, che quel riſolverſi ſia coſa oſcura, altro è,
che induca diſuguaglianza tra l’ azione e l’effetto;
la qual diſuguaglianza ſe noi vogliamo temerla per
tutto, ove ſia qualche oſcurità, non ſarà luogo
alcuno in tutta la filoſofia, in cui non la temiamo.
E certo ſe noi non intendiamo per qual ragione, et
in che modo una potenza diſpoſta a fare un’ azion
ſola, ſubito ſi rivolga a farne due; in che conſiſte
il riſolverſi; ciò proviene dal non ſaper noi, che co-
ſa ſieno le potenze in lor medeſime, ne come agi-
ſcano, ne quali inſtituti e eoſtumi abbiano. Ne po-
trà filoſoto alcuno, ch’ io ſappia, sfuggire una tale
oſcurità; ne la sfugge a mio giudicio il Padre Ric-
cati ſteſſo; il quale riſolve pure l’azione della po-
tenza AB nell’azione, che move il corpo per la dia-
gonale, e nella preſſione, per cui contraſta con la
potenza AC; e ſimilmente riſolve l’ azione della.
potenza AC; ne ſo ſe queſta riſoluzione ſi renda.
più chiara col dire, che quella preſſione non ha no-
me azione. Se rimangonſi dunque nella oſcurità i
meccanici, volendo ſpiegare la compoſizione del
moto; ciò è perchè non ne veggono le cauſe, e i
principj ultimi, non perchè levin per eſſa quell’
uguaglianza, che richieggono i metafiſici; ai quali
ottimamente ſoddisfanno, non potendo però ſod-
disfare a ſe medeſimi. Credete voi, diſſe quivi la.
Signora Principeſſa, che ſieno mai per ſoddisfarſi,
e conoſcere una volta coteſti principj ultimi?
coſa oſcuriſſima. Io non lo nego, riſpoſi; ma al-
tro è, che quel riſolverſi ſia coſa oſcura, altro è,
che induca diſuguaglianza tra l’ azione e l’effetto;
la qual diſuguaglianza ſe noi vogliamo temerla per
tutto, ove ſia qualche oſcurità, non ſarà luogo
alcuno in tutta la filoſofia, in cui non la temiamo.
E certo ſe noi non intendiamo per qual ragione, et
in che modo una potenza diſpoſta a fare un’ azion
ſola, ſubito ſi rivolga a farne due; in che conſiſte
il riſolverſi; ciò proviene dal non ſaper noi, che co-
ſa ſieno le potenze in lor medeſime, ne come agi-
ſcano, ne quali inſtituti e eoſtumi abbiano. Ne po-
trà filoſoto alcuno, ch’ io ſappia, sfuggire una tale
oſcurità; ne la sfugge a mio giudicio il Padre Ric-
cati ſteſſo; il quale riſolve pure l’azione della po-
tenza AB nell’azione, che move il corpo per la dia-
gonale, e nella preſſione, per cui contraſta con la
potenza AC; e ſimilmente riſolve l’ azione della.
potenza AC; ne ſo ſe queſta riſoluzione ſi renda.
più chiara col dire, che quella preſſione non ha no-
me azione. Se rimangonſi dunque nella oſcurità i
meccanici, volendo ſpiegare la compoſizione del
moto; ciò è perchè non ne veggono le cauſe, e i
principj ultimi, non perchè levin per eſſa quell’
uguaglianza, che richieggono i metafiſici; ai quali
ottimamente ſoddisfanno, non potendo però ſod-
disfare a ſe medeſimi. Credete voi, diſſe quivi la.
Signora Principeſſa, che ſieno mai per ſoddisfarſi,
e conoſcere una volta coteſti principj ultimi?