Heron Alexandrinus, Di Herone Alessandrino De gli automati : ouero machine semoventi, libri due, 1589

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[Item 1.]
[2.] ALL’ILLVSTRISS. SIGNORE, IL SIG. GIACOMO CONTARINI, MIO SIGNORE OSSERVANDISS.
[3.] CHI TRADVCE.
[4.] DI CHI TRADVCE SOPRA LE MACHINE SE MOVENTI.
[5.] DICHI ARATIONE DELLE FAVOLE di che ſi ſerue l’ Autore nelle ſue diſpoſitioßi.
[6.] DIHERONE ALESSANDRINO DELLE MACHINE SEMOVENTI, LIBRIDVE.
[7.] DELLE MACH. SE MOV.
[8.] IL FINE DELLE SE MOYEN TI MOBILI.
[9.] DI HER ONE ALESANDRINO, DELLE SE MOVENTI STABILI, LIBRO SECONDO.
[10.] Il fine delle Machine Se mouenti mobili, e Stabili di Herone Aleſſandrino, Tra-dotto dal Greco, dal Signor Bernardino Baldi. del 1576.
[11.] ANNOTATIONI DEL S. BERNARDINO BALDI D’VRBINO ABBATE DI GVASTALLA, SOPRALE MACHINE SE MOVENTI DIHERONE.
[12.] ANNOTATIONI SOPRA LE MACHINE STABILI.
[13.] Il fine delle Annotationi.
[14.] RECISTRO. A B C D E F G H I K L M L’Opera ſono fogli 12.
[15.] IN VENETIA, Appreſſo Gio. Battiſta Bertoni, Libraro al Pellegrino. M. D C I.
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34DISCORSO d’Vliſſe, come ſcriuono per queſta cagione. Vliſſe per
non ſi trasferir à quella guerra ſi ſinſe pazzo, &
perche
foſſe data maggior fede al ſuo inganno congiunti al gio-
go animali diuerſi, andaua ſeminando il ſale:
ma Palame-
de per diſcoprir la fraude, poſe Telemaco ſigliuolo di
lui, e bambino, doue egli douea paſſare con l’aratro, ilche
fatto, &
oſſeruato, che nel paſſargliſopra egli ſoſpendeua
l’aratro, fu diſcoperto, &
sforzato contra ſua voglia d’eſ-
ſer con gli altri in quella ſpeditione.
V’aggiungono anco-
ra, che eſſendo Vliſſe mandato in Tracia à prouedere di
grano per l’eſſercito, riſerì dinon ne trouar punto:
ma an-
datoui dopò lui Palamede, neritrouò, &
conduſſe gran-
diſsima copia.
Per queſta dunque, ò per quell’altra cagio-
ne dicono che Vliſe, machinandogli contra, finſelittere
di Priamo, nelle quali pareua, ch’egli il ringratiaſſe d vn
tradimento fatto perlui, e che diceſſe d’hauergli manda-
to perciò gran copia d´oro;
del che accuſato dal mede-
ſimo Vliſſe, cercandoſi nel padiglione, trouato l’oro, che
furtiuamente ci era ſtato ſepelito;
Palamede comereo di
tradimento, fu fatto morire à colpi dipietre.
Nauplio in-
teſo il fatto ſopportandolo acerbamente deliberò di ven-
dicarſene;
onde hauendo inteſo che i Greci vittorioſi,
neltornarſene alle caſe loro, erano agitati da vna gran-
diſsima fortuna, poco lõtano da vn promontorio dell’Iſo-
la ſua detto Cafareo aſpriſsimo, e pieno diſcogli, alzò di
notte alcune faci, leqnali vedute da Greci, eriputati fari,
e lanterne, voltarono à quella parte, epercotendo ne gli
ſcogli fecero miſ rabile naufragio;
e per queſto fatto
auenne (comeſcriue Pauſania ne Meſſenici) che i ſaſsi
Capharei, che prima erano oſcuri, e non famoſi, ne diuen
taſſero celebratiſsimi, e nobili.
V’è poinella diſpoſicione
di queſta Machina l’Aiace, che nuota la Pallade che

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