Angeli, Stefano degli, Della gravita' dell' aria e fluidi : esercitata principalmente nelli loro homogenei

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3428_DIALOGO_ vna balina, che galleggiaua e ſerò la parte aperta con veſica
d’animale
beniſſimo ligata e volrato il cannello, numerò
con
il pendolo il tempo, che conſumò la balla a ſalire, che
furno
zoo.
vibrationi. Poi riempì il cannello d’acqua comu-
ne
e fatto il medemo come ſopra, numerò pure le vibratio-
ni
ſpeſe a ſalice, che furono ſolo 100
Eperò ben vero che chitentara queſta eſperienza, enon ado-
perarà
le medeme coſe à puntino adoperare dal Signor Ri-
naldini
, ritrouarà varietà proueniente da vno, ò più capi.
Perche li pendoli variano le vibrationi conforme variano la
lunghezza
.
Non tutte l’acque comuni, ne tutti li ſpirti
di
vino hanno la medema grauità.
Ne ogni galleggiante ha
con
eſſe acque la medema proportione.
Sempre però s’eſ-
perimentarà
che il galleggiante ſa hià in minor rempo per
l’acqua
comune, che per il ſpirito di vino.
Ma veniamo all’-
altra
eſperienza.
_Conte_. Queſta è regiſtrata ſotto il primo Maggio paſſato. Preſe
il
vaſo divetro A D, con il collo lungo ſufficiente à procu-
rar
il vuoto mediante l’argento viuo;
la bocca D, era chiu-
ſa
con veſica ligata come ſopra, e l’im merſe nel vaſo EF,
pieno
d’argento viuo;
poi per l’orificio A, calo nel vaſo vn
pezzetto
di eſca ligata con vn filo di bombace intinto nel
ſolfo
, ligato il tutto con vn fil di ferro, di modo che toccaſ-
ſe
il vaſo in O, come nella figura;
poi riempì tutro AD d’-
argento
viuo, e con veſica di porco, e ligatura otturò ſtret-
tamente
l’orificio A;
poi forò la veſica D, ſtante nell’ar-
gento
viuo, di modo che calò l’argento viuo ſino alla con-
ſneta
altezza CI.
Fatto queſto fece prendere la lucerna da
lauorare
i vetri, e con il ſofietto fece ſofiare di modo che
la
fiamma colpiſce nell’O, cioè eſca, e ſolforini.
Vide che
il
fumo dell’eſca deſcendeua, e non aſcendeua, e li ſolforini
ſi
conſumauano ſenza leuar ſiãma.
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