Alberti, Leon Battista, L' architettura

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343337LIBRO NONO. piacerà piu queſta che quell’altra? giudicherai tu però che l’altre non ſieno bel
le, o gentili?
No. Ma che queſta ti piaccia piu che l’altre lo potette cauſare al
cuna coſa, laquale non vò ricercare come ella ſi ſtia:
ma il giudicare che tu fa-
rai, che alcuna coſa ſia bella non naſcerà dalla oppenione, ma da uno diſcorſo,
115&
da una ragione che harai dentro nata inſieme con l’anima, il che ſi vede eſ-
ſer’ così;
concioſia che ei non è neſſuno che guardando le coſe brutte & mal-
fatte, non ſi ſenta da eſſe ſubito offendere, &
non le habbia in odio. Donde
ancora ſi deſti, &
onde uenga queſto conoſcimento dello animo, non ricerco
io così profondamente.
Ma conſideriamo, & eſaminiamo quel’ tanto che
2210 faccia a noſtro propoſito dalle coſe che per loro ſteſſe ci ſi offeriſcono.
Con-
cioſia certamente che nelle figure &
nelle forme de gli edifitij, è vn’ certo
che di eccellente, &
ben’ fatto naturalmente che in un’ ſubito ſueglia gli ani-
mi, &
ſi fà conoſcere. Io credo certamente che la maieſtà, la bellezza, & la di-
gnità, &
qual’ ti uoglia ſimili altre coſe, cõſiſta in quelle coſe, che ſe tu le leuaſsi,
3315 o le mutaſsi, diuẽterebbono in un’ ſubito brutte, &
mancherebbono. Se noi
ci perſuaderemo queſto, non ci parrà coſa lunga trattare di quelle coſe che ſi
poſsino leuar’ via, accreſcere, o mutare;
& maſsimo nelle figure, & forme: con
cioſia che ogni corpo, è compoſto di certe parti ſue, &
determinate; delle quali
certamente ſe ne leuerai alcuna, o la ridurrai che ſia maggiore, o minore, o la
4420 tramuterai di luogho, a luoghi non conuenienti, ti auuerrà, che quel’ che
era bello, o ſtaua bene in ſi fatto corpo, vi ſtarà male;
& ſarà guaſto. Per la-
qual’ coſa noi poſsiamo deliberare, accioche io non ſia più proliſlo nelle al-
tre ſimili coſe, che tre ſono le coſe principali, nellequali conſiſte il tutto di
quel che noi andiamo cercando.
Il numero cioè & quello che io chiamo il
5525 finimento, &
la collocatione. Ma e’ ciè di piu uno altro certo che, che naſce
da tutte queſte coſe congiunte, &
collegate inſieme, per ilquale tutta la faccia
della bellezza riſplende miracoloſamẽte, ilche appreſſo di noi ſi chiamerà leg-
giadria;
laquale certamente noi diciamo che è la nutrice d’ogni gratia, & d’o-
gui bellezza, &
è l’officio della leggiadria, & ſe li appartiene il mettere inſie-
6630 me i membri, che ordinariamente ſono di natura infra loro differenti, di ma-
niera che corriſpondino ſcambieuolmente l’uno allo altro al far’ la coſa bella.
Di qui naſce, che quando, o per la uiſta, o per lo vdito, o per qual’ altro mo-
do, ei ſirappreſenta allo animo alcuna coſa, ſubito ſi conoſce la leggiadria.
Concioſia che naturalmente deſideriamo lecoſe ottime & con piacere a quel
le ci accoſtiamo:
ne ſi truoua la leggiadria in tutto il corpo, o nelle membra,
7735 piu che in ſe ſteſſa, &
nella natura, talmente che io dichiaro ch’ella è congiunta
con l’animo &
con la ragione & hà larghiſsimo campo, per ilquale ella può eſ-
ſercitarſi, &
fiórire, & abbraccia tutta la vita & tutti imodi de gli huomini, &
viengli per le mani la natura di tutte le coſe.
Tutto quello certo che produce
la Natura, tutto ſi modera ſecondo gli ordini della leggiadria.
Ne hà ſtudio al
cuno maggiore la Natura, che il fare che le coſe ch’ella harà prodotte ſieno per
8840 fettamente finite.
Ilche nõ verria fatto ſe ſe ne leuaſſe la leggiadria, cõcioſia che
il principale cõſenſo delle parti che opera, mãcherebbe;
ma ſia detto di queſte
coſe abbaſtãza.
Lequali ſe ſon’ chiare abbaſtãza, poſsiamo hauer’ deliberato

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