Alberti, Leon Battista, L' architettura

Table of contents

< >
< >
page |< < (338) of 442 > >|
344338DELLA ARCHITETTVRA queſto modo. Che la bellezza, è vn’ certo cõſenſo, & concordantia delle par
ti, in qual’ ſi voglia coſa che dette parti ſi ritruouino, laqual’ concordanzia ſi
ſia hauuta talmente con certo determinato numero, finimento, &
collocatio-
ne, qualmente la leggiadria cioè, il principale intento della natura, ne ricerca-
115 ua.
Queſto è quel che vuole grãdemente la Architettura. Con queſto ſi proc
cacia ella dignità, gratia, &
autorità, & per queſto è impregio. Per il che cono-
ſcendo inoſtri Antichi dalla natura delle coſe, che tutto quello che io hò rac-
conto di ſopra, era in ſatto coſi, &
non dubitando punto, che faccendoſi beffe
di ſimil’ coſe, non poteua in modo alcuno interuenir’ loro di far’ coſa alcuna
2210 che fuſſe o lodata, o honorata giudicarono che e’ biſognaua che e’ cercalsino
di immitare la Natura ottima artefice di tutte le forme, &
per queſto andorno
raccogliendo per quanto poſſette la induſtria de gli huomini, le leggi, lequali
ella haueua vſate nel produrre le coſe, &
le traſportarono alle coſe da edifi-
carſi.
Conſiderando adunque quel@ che la natura vſaſſe circa il corpo inte-
3315 ro, &
circa qual’ s’ è l’una delle parti conobbono da primi principij delle coſe,
che i corpi non erano compoſti ſempre di parti o membri vguali, per il che
interuiene chei corpi ſono prodotti dalla Natura alcuni piu ſottili alcuni piu
groſsi, &
alcuni mediocri. Et conſiderando, che vno edifitio era differente dal-
l’altro, mediante il fine a che egli era fatto, &
il biſogno a che haueua a ſerui-
4420 re, ſi come ne paſlati libri raccontammo biſognaua per queſto che ſi faceſsino
variati.
La onde auertiti da la natura trouarono tre maniere di addornare le
caſe &
gli impoſono, i lor’ nomi, cauati da quelle coſe, dellequali o queſti o
quelli ſi dilettaſsino, o per auuentura dalle coſe, ſecondo che le trouauano,
vno di queſti fù piu pienamente atto alla fatica, &
al durar’ quaſi eterno ilqua-
5525 le ci chiamarono Dorico, vn’altro piu ſottile, &
piaceuoliſsimo, & lo chiamaro
no Corinthio, &
uno mediocre quaſi compoſto dell’uno, & dell’uno, & dell’ al-
tro, &
lo chiamarono Ionico. Si che intorno a vn’ corpo intero andorno eſa-
minando coſe ſimili.
Doppo queſte coſe hauendo conſiderato che quelle tre
coſe che noi raccontammo conferiuano molto &
maſsimo a conſeguire la bel-
6630 lezza, cioè il numero, il finimento, &
la collocatione, & come queſte tre coſe
ſi haueſsino ad vſare, trouarono dal compenſare le opere della natura, cauati
i principij ſecondo ch’io mi penſo da queſto.
Percioche da eſſo numero, co-
nobbono la prima coſa che egli era di due ſorti, cioè il pari &
il caffo, & ſi ſer-
uirono dell’ uno, &
dell’ altro, ma in un’ lato del’ uno, & in un’ lato dello altro,
imperoche nelli oſſami delli ediſitij ſeguitorno la Natura, cioè nel porre delle
7735 colonne, &
delle cantonate, & ſimili, non le poſono mai ſe non impari, concio
ſia che tu non truouerrai mai animal’ neſſuno che ſtia fermo, o che uadia con i
piedi in caffo.
Ma i vani per il contrario non poſono mai ſe non in caffo con-
cioſia che egli è manifeſto che la natura anchor’ ella hà fatto il ſimile, percio-
che alli animali fece ella uno orecchio di quà, &
vno di là, duoi occhi, & due
8840 nare del naſo ugualmente.
ma nel mezo poi collocò un’ vano ſolo & largo: &
queſto fu la Boccha.
Ma infra queſti numeri, o pari, o caffi ce ne ſono alcuni
che alla natura ſono piu famigliari che gli altri, &
piu celebrati appreſſo de ſa-
ui, che gli altri.
I quali ſono ſtati vſurpati da gli Architettori come loro

Text layer

  • Dictionary

Text normalization

  • Original
  • Regularized
  • Normalized

Search


  • Exact
  • All forms
  • Fulltext index
  • Morphological index