Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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1punto rimosso da quelle sue prime persuasioni, in cui la verità storica ri­
man
così spesso sopraffatta dai pregiudizii.
E chi, fra'tanti esempii che se
ne
potrebbero addurre, non riconosce la passione che ha tolto oramai l'equi­
librio
e fatto prevaler dalla sua parte il giudizio, in quelle parole che gli
scrive
Matteo Campani, a proposito della pubblicazione di un certo capitolo
in
cui trattavasi dell'Orologio a pendolo?
Mi permisi bensì che Ella, per
gloria
di Galileo, avesse avuto a caro la pubblicazione di esso, mentre non si
fa
menzione nessuna del signor Huyghens MSS. Gal.
Disc. T. CXLV, c. 150).
E qui in tale occasione sia permesso far noto ciò che, non essendo
forse
così comune, sarà gradito il sapere, ed è che questo Oriuolo pubblico,
trovandosi
venti anni sono, per la sua antichità avere scapitato molto della
sua
perfezione, e facendo perciò col suo sregolato batter dell'ore anticipare
o
posticipare quelle operazioni, che gli abitanti si presumevano di far tutte
ben
regolate; il medesimo Serenissimo Gran Duca Ferdinando, conoscendo
l
'importanza di rimediarvi in servizio e comodo, non tanto de'secolari che
degli
ecclesiastici, non solamente lo fece fabbricar di nuovo, senza riguardo
a
spesa alcuna, ma perchè e'fosse più esatto vi fece anche adattare, in luogo
dell
'usato tempo, quell'altro nominato il pendolo, d'invenzione ammiranda
del
suo incomparabil Filosofo e Matematico Galileo Galilei, intorno al quale,
son
già passati cento anni, perchè fu nel 1582, esso Galileo, nel trovarsi
studente
a Pisa, con la sua veramente lincea accortezza in riflettere a tutti
gli
effetti, benchè minimi della Natura, osservò un giorno, in una lampada
di
quel Duomo stata poco prima lasciata in moto, un'assai precisa ugualità
de
'passaggi delle sue andate e tornate tanto larghe per archi grandi, quanto
strette
per piccolissimi, del qual Misuratore di tempo, da allora in poi, egli
si
valse prima per conoscere la variazione delle frequenze del polso, e di
poi
in servizio delle osservazioni astronomiche, bisognose della divisione
de
'brevi tempi in parti uguali minutissime, quali le somministra il pendolo
che
sia d'assai corto filo; e nel 1610, avendo il medesimo Galileo col suo
nuovo
Occhiale, oltre agli innumerabili soli non più veduti da esso scoperti
in
cielo, prima di ogni altro, ritrovato ancora le quattro Lune vaganti in­
torno
al corpo di Giove, le quali, ad onore dell'Augusta prosapia del G. D. Co-

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