1porre un cannello di piccola luce, e con un occhio guardarci dentro e at
traverso un oggetto. Non fa perciò maraviglia se, conosciutosi dagli antichi
un tal fatto, si servissero o di un cannellino per osservare i piccoli oggetti,
come noi ci serviamo del Microscopio, o facessero uso di un tubo più lungo
per le osservazioni celesti, come noi ci serviam de'Canocchiali. Di questo
tubo e de'macchinamenti annessi, per osservare e per misurare esatto il
diametro apparente del sole sull'orizzonte, si trova fatta una descrizione mi
nuta da Archimede nell'Arenario (Opera, Parisiis 1615, pag. 452, 53) e di
uno di questi stessi tubi, per le osservazioni celesti, sembra che si servisse,
o fu creduto almeno che si scrvisse lo stesso tolomeo, se dee darsi fede al
Mabillon, il quale dice di aver veduto nella biblioteca dell'abbadia di Scheir,
diocesi di Frisinga, una copia della Storia ecclesiastica di Pietro Comestore,
nel frontespizio della quale, essendovisi voluto personificare le arti liberali,
vi si vedeva, per l'Astronomia, rappresentato Tolomeo che osservava gli astri
coll'occhio appuntato all'estremità di un lungo tubo, presso a poco a quel
modo, che si rappresenterebbe Galileo da un pittore moderno, in atto di ri
guardare attraverso all'oculare del suo Telescopio.
traverso un oggetto. Non fa perciò maraviglia se, conosciutosi dagli antichi
un tal fatto, si servissero o di un cannellino per osservare i piccoli oggetti,
come noi ci serviamo del Microscopio, o facessero uso di un tubo più lungo
per le osservazioni celesti, come noi ci serviam de'Canocchiali. Di questo
tubo e de'macchinamenti annessi, per osservare e per misurare esatto il
diametro apparente del sole sull'orizzonte, si trova fatta una descrizione mi
nuta da Archimede nell'Arenario (Opera, Parisiis 1615, pag. 452, 53) e di
uno di questi stessi tubi, per le osservazioni celesti, sembra che si servisse,
o fu creduto almeno che si scrvisse lo stesso tolomeo, se dee darsi fede al
Mabillon, il quale dice di aver veduto nella biblioteca dell'abbadia di Scheir,
diocesi di Frisinga, una copia della Storia ecclesiastica di Pietro Comestore,
nel frontespizio della quale, essendovisi voluto personificare le arti liberali,
vi si vedeva, per l'Astronomia, rappresentato Tolomeo che osservava gli astri
coll'occhio appuntato all'estremità di un lungo tubo, presso a poco a quel
modo, che si rappresenterebbe Galileo da un pittore moderno, in atto di ri
guardare attraverso all'oculare del suo Telescopio.
Di qui ha avuto, senza dubbio, occasione l'errore di alcuni, un po'si
mile a quel del Dottore argutamente deriso dal Salviati, i quali, trattando
della storia delle invenzioni hanno creduto, e voluto far credere che questi
tubi o quelle diottre, come le chiamavan Plutarco e Strabone, non fossero
propriamente altro che Canocchiali, non molto dissimili dai moderni. Una
tale erronea opinione, è notabile che fosse accolta anche da Francesco Fon
tana, celebre fabbricatore di Canocchiali, il quale scrisse: “ Antiquissimum
fuisse tubi optici usum in comperto est ” imperocchè, soggiunge, rimonta
infino a'tempi di Tolomeo che visse 130 anni prima di G. Cristo. (Novae
Observat. Neap. 1646, pag. 11). Ma che quelli di Archimede, di Tolomeo o
di altri antichi non fossero veramente canocchiali, ossia tubi muniti di lenti
cristalline o di specchi metallici, se ne persuaderà facilmente ciascuno che
pensi come quegli antichi cannoni aperti non prestavano altro ufficio, a quei
primi osservatori del cielo, da quello in fuori di riparar l'occhio dalle ri
flessioni irregolari, e di diriger la linea di mira, come nell'Alidada, che
s'incominciò ad usare agli strumenti geodetici, da'Geometri arabi e dagli
egiziani.
mile a quel del Dottore argutamente deriso dal Salviati, i quali, trattando
della storia delle invenzioni hanno creduto, e voluto far credere che questi
tubi o quelle diottre, come le chiamavan Plutarco e Strabone, non fossero
propriamente altro che Canocchiali, non molto dissimili dai moderni. Una
tale erronea opinione, è notabile che fosse accolta anche da Francesco Fon
tana, celebre fabbricatore di Canocchiali, il quale scrisse: “ Antiquissimum
fuisse tubi optici usum in comperto est ” imperocchè, soggiunge, rimonta
infino a'tempi di Tolomeo che visse 130 anni prima di G. Cristo. (Novae
Observat. Neap. 1646, pag. 11). Ma che quelli di Archimede, di Tolomeo o
di altri antichi non fossero veramente canocchiali, ossia tubi muniti di lenti
cristalline o di specchi metallici, se ne persuaderà facilmente ciascuno che
pensi come quegli antichi cannoni aperti non prestavano altro ufficio, a quei
primi osservatori del cielo, da quello in fuori di riparar l'occhio dalle ri
flessioni irregolari, e di diriger la linea di mira, come nell'Alidada, che
s'incominciò ad usare agli strumenti geodetici, da'Geometri arabi e dagli
egiziani.
Non è in tal proposito da passar sotto silenzio un modo proposto da
Leonardo da Vinci, per veder le cose più da lontano; modo che consiste
giusto in far uso di uno di que'tubi nudi o di quelle Diottre, di cui si ser
virono gli antichi. Il Venturi respigolò l'invenzione da uno de'celebri Ma
noscritti, e fu così la nota vinciana da lui stesso tradotta e pubblicata in
francese: “ Il est possible de faire en sorte que l'oeil voie les obiets eloi
gnes sans qu'ls souffrent toute la diminution de grandeur qui leur est cau
sée par les loix de la vision. Cette diminution provient des pyramides de
l'image des obiets qui sont coupées a angle droit par le sphericité de l'oeil.
Dans le fig. (25) on voit qui en pout couper ces pyramides d'une autre ma-
Leonardo da Vinci, per veder le cose più da lontano; modo che consiste
giusto in far uso di uno di que'tubi nudi o di quelle Diottre, di cui si ser
virono gli antichi. Il Venturi respigolò l'invenzione da uno de'celebri Ma
noscritti, e fu così la nota vinciana da lui stesso tradotta e pubblicata in
francese: “ Il est possible de faire en sorte que l'oeil voie les obiets eloi
gnes sans qu'ls souffrent toute la diminution de grandeur qui leur est cau
sée par les loix de la vision. Cette diminution provient des pyramides de
l'image des obiets qui sont coupées a angle droit par le sphericité de l'oeil.
Dans le fig. (25) on voit qui en pout couper ces pyramides d'une autre ma-