1degli arcani della Natura, il quale nel XVII Libro della sua Magia Natu
rale, capitolo X e XI, dette fuori da scienziato l'invenzione di questo am
mirabile strumento. Dissi da scienziato, perchè settant'anni prima Girolamo
Fracastoro ne aveva fatto qualche cenno confuso nel cap. VIII de'suoi Omo
centrici, con queste parole: Qua de causa in eadem aqua, quae in summo
cernuntur minora apparent, quae in fundo maiora, et per duo specilla
ocularia, si quis perspiciat, altero alteri superposito, maiora multo et pro
prinquiora vibebit omnia. Ma qui il Fracastoro non accenna distintamente
alla fabbrica dello strumento che ingrandisce e avvicina gli oggetti, nè pur
ne dice qual ne sia la ragione, ciò che fu fatto in bel modo dal Porta nel
descriver l'uso delle lenti cristalline, le quali composte giudiziosamente in
sieme e moltiplicate, possono trasportar, ciò che sembra impossibile, la virtù
visiva per spazio immenso e grandissimamente accrescer le specie delle cose.
Ma perchè egli non messe in pratica questa sua teoria, o se la messe, non
si curò di renderla pubblicamente nota, pochi auni or sono se ne vide fatta
l'applicazione nel Belgio a uno strumento, per dir la verità assai rozzo e
imperfetto, a cui poi da Galileo, celebre matematico dello Studio di Padova,
fu data l'ultima mano, e con esso, accomodato agli usi astronomici, fece
maravigliose scoperte nel cielo ” (Gal. Op. Alb. T. III, pag. 253, 54).
rale, capitolo X e XI, dette fuori da scienziato l'invenzione di questo am
mirabile strumento. Dissi da scienziato, perchè settant'anni prima Girolamo
Fracastoro ne aveva fatto qualche cenno confuso nel cap. VIII de'suoi Omo
centrici, con queste parole: Qua de causa in eadem aqua, quae in summo
cernuntur minora apparent, quae in fundo maiora, et per duo specilla
ocularia, si quis perspiciat, altero alteri superposito, maiora multo et pro
prinquiora vibebit omnia. Ma qui il Fracastoro non accenna distintamente
alla fabbrica dello strumento che ingrandisce e avvicina gli oggetti, nè pur
ne dice qual ne sia la ragione, ciò che fu fatto in bel modo dal Porta nel
descriver l'uso delle lenti cristalline, le quali composte giudiziosamente in
sieme e moltiplicate, possono trasportar, ciò che sembra impossibile, la virtù
visiva per spazio immenso e grandissimamente accrescer le specie delle cose.
Ma perchè egli non messe in pratica questa sua teoria, o se la messe, non
si curò di renderla pubblicamente nota, pochi auni or sono se ne vide fatta
l'applicazione nel Belgio a uno strumento, per dir la verità assai rozzo e
imperfetto, a cui poi da Galileo, celebre matematico dello Studio di Padova,
fu data l'ultima mano, e con esso, accomodato agli usi astronomici, fece
maravigliose scoperte nel cielo ” (Gal. Op. Alb. T. III, pag. 253, 54).
L'Autorità del Kepler, invocata di sopra dal La Galla, a proposito di
ciò che tocca al Porta del merito dell'invenzione, è di tal rilievo, che non
si può da noi trascurare, e perciò, dalla Dissertazione sul Nunzio Sidereo,
trascriveremo tradotte dal latino le sue proprie parole. Dop'aver dunque
ivi il Kepler accennato alle grandi meraviglie mostrate dal canocchiale, così
prosegue:
ciò che tocca al Porta del merito dell'invenzione, è di tal rilievo, che non
si può da noi trascurare, e perciò, dalla Dissertazione sul Nunzio Sidereo,
trascriveremo tradotte dal latino le sue proprie parole. Dop'aver dunque
ivi il Kepler accennato alle grandi meraviglie mostrate dal canocchiale, così
prosegue:
“ Sembra incredibile a molti l'uso e l'effetto di questo occhiale, ma
impossibile e nuovo non è, nè ci venne poco fa dal Belgio, ma fu tanti anni
prima messo fuori da Giovan Batista della Porta, nel XVII libro, cap. X
della Magia Naturale, dove tratta degli effetti delle lenti cristalline. E per
chè apparisca chiaro non esser nuova nemmeno la composizione delle due
lenti, una delle quali concava e l'altra convessa, permettimi, o Galileo, che
io ti rechi innanzi le parole stesse del Porta, le quali suonano a questo modo:
Posto l'occhio nel centro dietro la lente, vedrai gli oggetti lontani fartisi
così vicini, che ti sembrerà di toccarli, e così potrai riconoscere gli amici
lontani, e potrai correntemente leggere una lettera collocata a conveniente
distanza. Se tu inclinerai la lente in modo che ti si debba il foglio rap
presentare obliquo, vedrai farsi le lettere tanto maggiori, che tu potrai
leggerle anco alla distanza d'una ventina di passi, e se tu avrai cura ed
arte di moltiplicar quelle lenti, non temo d'affermar che tu potrai di
stinguere le piccole lettere scritte anche a un cento di passi, ïmperocchè
i caratteri s'ingrandiscono via via sempre più, passando attraverso dalla
prima alla seconda lente. Chi ha difetto di occhi scelga secondo la qua
lità della vista, e faccia variamente uso di questi occhiali: avrà scoperto
non piccolo segreto se giudiziosamente
impossibile e nuovo non è, nè ci venne poco fa dal Belgio, ma fu tanti anni
prima messo fuori da Giovan Batista della Porta, nel XVII libro, cap. X
della Magia Naturale, dove tratta degli effetti delle lenti cristalline. E per
chè apparisca chiaro non esser nuova nemmeno la composizione delle due
lenti, una delle quali concava e l'altra convessa, permettimi, o Galileo, che
io ti rechi innanzi le parole stesse del Porta, le quali suonano a questo modo:
Posto l'occhio nel centro dietro la lente, vedrai gli oggetti lontani fartisi
così vicini, che ti sembrerà di toccarli, e così potrai riconoscere gli amici
lontani, e potrai correntemente leggere una lettera collocata a conveniente
distanza. Se tu inclinerai la lente in modo che ti si debba il foglio rap
presentare obliquo, vedrai farsi le lettere tanto maggiori, che tu potrai
leggerle anco alla distanza d'una ventina di passi, e se tu avrai cura ed
arte di moltiplicar quelle lenti, non temo d'affermar che tu potrai di
stinguere le piccole lettere scritte anche a un cento di passi, ïmperocchè
i caratteri s'ingrandiscono via via sempre più, passando attraverso dalla
prima alla seconda lente. Chi ha difetto di occhi scelga secondo la qua
lità della vista, e faccia variamente uso di questi occhiali: avrà scoperto
non piccolo segreto se giudiziosamente