Alberti, Leon Battista, L' architettura

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363357LIBRO NONO. glie, che io harei grandiſsimamente lodate, & quando io le ho poi diſegnate
con linee, ho trouato in quella parte, che piu ſarebbe piaciuta, molti graui er-
rori, &
da correggerli aſſai, & quando poi io ho ripenſato, a quel che io haueua
meſſo in diſegno, &
che io haueua cominciato a determinare, conobbi la mia
indiligentia, &
la ripreſi. Finalmente hauendone io ſatti modelli, & eſempi,
115&
alcuna uolta andando repetendo tutte le parti, accadde, che tal uolta, che io
conobbi, che nel numero ancora mi ero ingannato.
Ma io non uoglio già
che ſia Zeuſi nel dipignere, nè Nicomaco nel maneggiare dè numeri, nè Ar-
chimede nel trattare de gli Anguli, &
delle linee; ma ſarà a baſtanza, ſe da’ libri
della pittura, &
del diſegno, che noi ſcriuemmo, ſaprà cauare i primi principij,
2210&
ſe delle coſe Mathematiche, ne cauerà quella notitia, che ſi fu penſata alla me
ſcolata de gli angoli, de numeri, &
delle linee, come ſono quelle coſe, che del
miſurare i peſi, le ſuperficie, &
i corpi ci ſono, lequali i Greci chiamano Podiſ-
mata, &
Embada; con queſte arti aggiuntoci & ſtudio, & diligentia lo Achitet-
tore ſi acquiſta gratia, ricchezze, gloria, &
fama appreſſo de poſteri.
3315
A chi lo Architettore debbe communicare il ſuo conſiglio, & l’opera ſua. Cap. XI.
E’Mi piace che in queſto luogo non ſi laſci indrieto, quel’che sì appartiene
allo Archittetore.
Tu nõ hai a andare ſpõtanamẽte coſi a ſeruire ogn’u
4420 no che dice di uolere edificare.
Ilche i leggieri, & i borioſi piu che il bi
ſogno, ſogliono fare.
Io non ſo ſe egli è da aſpettare, che e’ te ne richiega piu
&
piu uolte. Biſogna che da per loro ti credino, & che eglino habbino fede
in te, chi ſi uuol ſeruire dell’opera, &
del conſiglio tuo, o perche uorrò io offe-
rire le mie degne, &
utili inuentioni ſenza hauerne frutto neſſuno a fare che o
5525 uno, o un’altro ignorante mi creda?
Merita per Dio certamente premio non
mediocre il farti con gli auertimenti miei piu eſperto in quella coſa, nellaquale
io ti riſpiarmi grandiſsima ſpeſa, &
gioui oltra modo, & alle commodità, & a’
piaceri tuoi, è coſa da ſauio il ſaperſi mantenere la reputatione, &
è a baſtanza
dare fidato conſiglio, &
diſegni lodatiſsimi a chi te ne ricerca; che ſe per auen-
6630 tura tu piglierai il lauoro ſopra di te, &
che tu uogli eſſerne ſopraſtante, & quel
lo che ne dia fine, durerai grandiſsima faticha a ſchifare, che tutti i diſetti di al-
tri, &
tutti gli errori, o per ignorantia, o per negligentia commeſsi, non ſieno a
te ſolo imputati.
Queſte ſono coſe da commetterle a ſopraſtanti diligenti,
accurati, rigidi, ſeueri, che proccurino il modo, cõ ilquale le coſe ſi habbino æ
7735 fare, con ſtudio, induſtria, &
diligentia, & aſsiduità. Vorrei ancora per quan-
to è poſsibile, che tu auertiſca di non ti impacciare ſenon con perſone ſplendi-
de, &
con i Principi delle Cittadi, cupidiſsimi di queſte coſe. Concioſia che le
tue fatiche date a chi ſi uoglia, che non ſieno perſone qualificate diuentano ui-
li.
Quanto penſi tu che ti gioui, la authorità de gli huomini grandi, a’ quali tu
8840 ti ſia preſuppoſto d’hauere a ſeruire, inquanto alla gloria.
Io ſono uno di
quelli, che (oltre a che a la maggior parte de gli huomini non sò perche alcuna
uolta pare, che gli huomini grandi habbino miglior guſto, &
miglior giudicio
al parere del uulgo, che in effetto non hanno) io dico che ſono uno di

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