Alberti, Leon Battista, L' architettura

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366360DELLA ARCHITETTVRA arrecare, non piu vdite, fuor’ d’oppenione incredibili; mediante le quali coſe ſi
rouina, &
ſi difetta qual’ſi uoglia ben’ordinata, & ben’fatta muraglia da qual ſi
uoglia Architettore.
Platone diceua che la Iſola A tlantea non minore che lo
Epiro le ne era ita in fumo.
Mediante le iſtorie ſappiamo noi che Bura, & Elide,
vna da vna apertura della Terra, &
l’altra dall’onde furono ſummerſe, & che la
115 Palude Tritonide diſparue in vno ſtante, &
per il contrario appreſſo alli Argiui
eſſere in un’ſubito apparſa la Palude Stinfalida, &
appreſſo a Teramene nacque
in vn ſubito vna Iſola cõ acque calde, &
infra Tyreſia, & Thera nacque nel Mare
vna fiãma, che durò quattro dìinteri ad abbruciare, &
ad ardere il mare tutto,
&
dipoi riman erui vna Iſola di dodici ſtadij, nella quale i Rodiani edificarono il
2210 Tempio a Nettuno Defenſore, &
in alcuni altri luoghi eſſere multiplicati tãto i
Topi, che dipoi ne ſucceſſe la peſte, &
dalli Spagniuoli furno mãdati Imbaſcia-
dori al Senato, i quali chiedeſsino ſoccorſo contro le iniurie de Conigli, &
mol-
te altre coſe ſimili a quelle, che noi raccogliẽmo in quello opuſcolo, che ſi chia-
ma Theogenio;
ma non tutti i difetti che procedono d’altronde ſono però in-
3315 emendabili, nè anche i diftetti che naſcono dallo Architettore fon’però tutti at
ti a poterſi emendare, concioſia che le coſe guaſte totalmente, &
deprauate per
ogni conto, non ſi poſſono emendaræ.
Quelle ancora, che ſtanno di maniera,
che non ſi poſlono migliorare, ſe non ſi riuoltano ſozzopra tutte le linee, eſſe
certo nõ ſi rimediano;
ma piu preſto ſi rouinano ꝑ faruene di nuouo delle al-
4420 tre.
Ma io non attendo a queſto. Noi andren’dietro a quelle, che mediãte
la mano ſi poſſono migliorare, &
fare piu commode, & ina nzi tratto andremo
alle Publiche, delle quali la maggior, &
la piu importante, è la Città, o piu preſto
ſe e’ ci è lecito il dir’coſi la Regione della citta, la Regionen ellaquale il mal’dili
gente Architettore harà poſta la ſua Cittade, harà forſe queſti difetti da eſſere
5525 emẽdati.
Percioche, o ella ſarà mal ſicura, mediãte le ſubite ſcorrerie de nimici,
o ella ſarà ſotto vn’aria cruda, &
poco ſana; & quelle coſe di che ſi harà biſo-
gno non ui ſi genererano a baſtanza.
Tratteremo adunque di queſti. A par-
tirſi di Ly dia per andare in Cilicia ui è un cammino molto ſtretto fatto dal-
la natura infra i monti, di modo che tu dirai che ella habbia uoluto fare vn a
6630 porta alla prouincia.
Nelle fauci del giogo, da Greci chiamate Porte, ui è
ancora un’ uiaggio, che tre armati lo guardano, con vna via ſcoſceſa da ſpeſsi
riui di acque hora in qua, hora in la, che caſcono dalle radici de monti, ſimili
a queſte ſono nella marcha le Rocche ſcoſceſe che il uulgo chiama Foſſoom-
brone, &
molte altre in altri luoghi. Ma ſimili paſsi non ſi truouano per tut-
7735 to fatti doue tu uorreſti dalla Natura.
Ma e’ par bene che in gran parte ſi
poſsino fare imitando la Natura.
Ilche in molti luoghi feciono i ſaui anti-
chi.
# Percioche per render’il paeſe ſicuro dalle ſcorrerie de nimici, ſi ordi-
narono in queſta maniera.
# Racconterrò alcune coſe delle grandi, fatte da
huomini eccellentiſsimi, con breuità, lequali faranno a noſtro propoſito.
8840 Artaſerſe preſſo allo Eufrate fece infra ſe, & il nimico una ſoſſa larga ſeſſanta
piedi, &
lunga diecimilia paſsi; I Ceſari tra quali uno fù Adriano feciono un’
muro per Inghilterra lungo ottanta miglia, col quale e’ diuidefſero i campi
de Barbari da quelli del popolo Romano.
# Antonio Pio, ancora, fece

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