Alberti, Leon Battista, L' architettura

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380374DELLA ARCHITETTVRA per vn’letto profondo, che haueſle le ripe molto ombroſe & affonde, ella diuen
teria cruda, &
ſe ella correrà per vn’ letto troppo aperto alhora facilmente con-
ſento ad Ariſtotile, percioche per lo ardore del Sole conſumateſi le parti piu
ſottili, diuenta piu graſſa.
Gli Scrittori preferiſcono a tuttti gli altri fiumi il
Nilo, per queſte cagioni, prima perche egli hà molto gran’ corſo, &
perche e’
115 fende terreni puriſsimi, non difettoſi d’alcuno vitio di putredine, o vitiati dalla
contagione di nociuo ſecco, &
perche e’ corre à Settentrione, & perche il letto
ſuo, è ſempre pieno d’acque, &
purgate: Et non ſi può negare che le acque, che
hanno piu lungo corſo, &
piu tardo, non ſieno manco crude, & non ſieno per
la ſtracchezza piu eſtenuate, &
però diuentano ben’purgate, laſciata la ſoma del
2210 le brutture nel lungo corſo.
Oltra queſto conuennero ancora tutti gli Anti-
chi in queſto, che le acque non ſolamente ſon’ tali, quali ſono i Terreni, come
poco fà diceuamo, nel qual luogo elle ſi mantengono come in grembo di lor’
Madre, ma diuentano ancor tali, quali ſono i Terreni, per iquali elle correndo
paſſano;
& quali ſono i ſughi delle herbe, che elle lauano, non ſolamente per-
3315 che nello ſcorrere eſſe le vadino leccando;
quanto per queſto conto maſsimo,
che la peſtiſera herba meſcolerà in eſſe i ſudori di quello peſtifero terreno, nel
quale ella è creſciuta.
Di quì auiene che e’ dicono che le cattiue herbe ne dan-
no acque mal ſane.
Sentirai alcuna uolta la pioggia che puzzerà, & forſe ſara
amara, Et queſto dicono che auiene dalla Inſettione di quel luogo, donde quel
4420 ſudore primieramente ſuaporò fuori del Terreno.
Et dicon’ che il ſugo del ter-
reno, doue egli è di natura ſmaltito &
maturo, produce le coſe dolci, & per il
contrario doue egli è indigeſto produce &
fà tutte le coſe amare allequali ſi ap-
plica.
Quelle acque, che corrono verſo Settentrione, dirai ſorſe che ſieno piu
commode, perche elle ſaranno piu fredde, percioche le ſuggono velocemente,
5525 i raggi del Sole, &
da lui ſon piu toſto viſitate, che abbruciate; per il contrario
ſon quelle, che corrono verſo Auſtro, percio ch’ elle ſi gettano da per loro quaſi
nelle fiamme.
Ariſtotile diceua che il ſpirito ſocoſo, che dalla Natura è me-
ſcolato ne corpi, era ributtato dal vento Borea, eſſendo eſſo freddo, &
ſi riſerra-
ua dentro, accio non ſe ne andaſſe in fumo, per ilche le acque ne diuentano piu
6630 cotte, Etè manifeſto che queſto ſteſſo ſpirito ſi diſgrega, &
ſi diſuniſce dallo ar-
dore del Sole.
Seruio con la auttorità di quei che ſanno diceua che i Pozzi, &
i Fonti delle Acque ſotto i Tetti non mandano fuori vapori, &
queſto auuiene
perche quello Alito ſottile vſcito del Pozzo non può fendere, ne penetrare, ne
rimuouere quella aria raccozzata inſieme &
groſſa che ſi è adunata infra il mu
7735 ro &
il tetto. Ma eſpoſto al Cielo ſcoperto & libero, penetra piu ſacilmente, &
quaſi vapore ſi riſolue &
ſi purga. Et di quì auuiene che e’lodano il pozzo, che ſtà
allo ſcoperto molto piu che quello, che è al coperto.
Nelle altre coſe ſi deſidera
no quaſi tutte quelle coſe ne Pozzi che ſi ricercano nelle ſontane.
Percioche il
pozzo, &
la fontana ſono quaſi cõgiunti di aſſinità inſieme, ne ſono in coſa alcu
8840 na differenti, ſaluo che nel moto del correre dell’acqua, anchor che ſi trouino
molti pozzi ne quali vi corre, &
ſi muoue groſſa vena. Et affermano
che quelle Acque, che durano aſſai, biſo gna che habbino moto.
Ogni ſorte
d’acqua, che non ſi muoua ſia oue ſi voglia, è inferma, che ſe e’ ſi attignerà

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