Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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1eccessi, e da ciò ne segue la visione distinta. Cavae lentes de circulo ni­
mis
angusto, si proxime oculum applicentur, confusa reddunt, propter ni­
miam
radiorum divergentiam.
Sed radiationes unius puncti, per convexam
lentem
solitariam oculo posito intra centrum concursus, praestant confusam
visionem
propter convergentiam, et illa nimietas divergentiae et haec con­
vergentia
, lentibus in tubum compositis, se mutuo tollunt; sublata ergo
convergentia
et emendata nimia divergentia, sequitur distincta visio (ibi,
pag
.
56).
Che veramente l'error fatto dal Keplero intorno al divisar le immagini
nelle
lenti concave sia stato precipua causa, per cui egli riuscì tanto infe­
riore
a stesso nello spiegar la ragione del canocchiale olandese, lo dimo­
stra
l'invenzion del Canocchiale astronomico, alla quale riuscì il Diottrico
alemanno
, per avere escluse le lenti concave e per essersi attenuto alle sole
convesse
, delle quali così bene aveva intesa e dimostrata la teoria.
Questo
è
davvero il primo Canocchiale che non sia stato offerto dal caso, e di cui
può
dir con coscienza il suo Autore che lo ritrovò doctrinae de refractio­
nibus
innixus. Intorno alla ragione di questo nuovo strumento, annunziato
così
per la prima volta al pubblico sotto forma di problema: duobus con­
vexis
maiora et distincta praestare visibilia sed everso situ, il Keplero di­
scorre
al modo seguente: “ Et quia imago rei visibilis est eversa per unam
lentem
, lens vero propior non evertit denuo quod accipit a remotiori, sed
sic
ut accipit ad oculum transmittit ex supposito: accipit autem respectu
rei
visibilis imaginem eversam; eversam igitur respectu rei visibilis ad ocu­
lum
mittit.
Et quia imago ipsa eversa, prope punctum concursus maior ap­
paret
re ipsa, remotius aequalis et adhuc remotius minor; imago igitur haec
sic
eversa, ubi fuerit ampliata per lentem propiorem, duobus primis casi­
bus
maior omnino evadet re ipsa, ultimo casu vel maior vel aequalis vel
minor
, prout fuerit lentium inter se proportio, quae est in arbitrio artifi­
cis
(ibi, pag.
43). La teoria insomma di questo nuovo Telescopio, è se­
condo
il Keplero semplicissima: L'immagine reale e rovesciata dell'obiettivo,
si
rappresenta come oggetto alla vista dell'oculare, ed è da lui virtualmente
ingrandito
, come nel Microscopio.
Benchè primo inventore di questo Canocchiale astronomico sia general­
mente
riconosciuto l'Autore della LXXVI proposizione della Diottrica, stam­
pata
nel 1611 in Augusta, nonostante Francesco Fontana, pubblicando in
Napoli
nel 1646 le sue Novae coelestium terrestriumque verum obser­
vationes
, incomincia così la sua Prefazione: “ Tubi quadam Optici a me
anno
1608 duobus lentibus convexis compositi inventione reperta....

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