Alberti, Leon Battista, L' architettura

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4036DELLA ARCHITETTVRA accade che ſe tu non lo disfai, racconcilo, te ne penti continouamente, per la of
feſa del difetto;
o ſe tu lo getti in terra, ſei biaſimato per conto della ſpeſa & del
dãno, &
accuſato di leggierezza, & di inſtabilità d’ingegno. Suetonio dice che
lulio Ceſare hauendo cominciato da fondamenti vno edificio in Nemoreſe, &

115 finito con grandiſsima ſpeſa;
perche egli non ſtaua per tutto coſi apunto, come
egli l’harebbe voluto;
lo disfece tutto. Della qual coſa certo ancora inſino da
noi poſteri è da eſſerne biaſimato;
o sì perche egli non antiuedde a baſtãza, quel
le coſe che gli biſognauano, o sì forſe perche dipoi, ꝑerrore di legerezza hebbe
in odio quelle coſe che ſtauano bene.
La onde io certo lodo ſempre grande-
2210 mente, lo antico coſtume delli edificatori, che non ſolamente con diſegno di li-
nee, &
con dipintura, ma con modegli ancora, & eſempi, fatti di aſsicelle, o di
qual altra coſa ſi voglia, ſi eſamini, &
penſi, & ripenſi, piu, & piu volte con con-
ſiglio di huomini eſercitatiſsimi, tutta la opera, &
tutte le miſure delle parti ſue,
prima che noi ci mettiamo a far coſa alcuna alla qualle ſi ricerchi, &
ſpeſa & cu-
3315 ra.
Nel fare i modegli ti ſi porgerà occaſione di vedere & ben conſiderare la
ragione, &
la forma, che debba hauere il ſito, nella Regione; che ſpatio ſi debba
dare al ſito, che numero &
ordine alle parti, come debbino eſſer ſatte le faccia-
te delle mura, che ſtabilità, &
fermezza habbiano ad hauere le coperture: Et
finalmente tutte quelle coſe, che nel libro di ſopra habbiamo racconte.
Etin
4420 queſti potrai tu ſenza pena, liberamente aggiugnere, diminuire, tramutare, rin
nouare, &
riuoltare finalmente ogni coſa ſotto ſopra, inſino a tanto che ogni, &
qualunchecoſa ſtia come tu vuoi, &
ſia da lodare. Aggiugni che tu eſaminerai,
&
ſaprai (il che certo non ſi dee diſpregiare) il modo, & la ſomma della futura
ſpeſa, la larghezza, la altezza, la gi oſſezza, il numero, la ampiezza, la forma, la
ſpecie, &
la qualità di tutte le coſe come allo ſtar bene habbiano da eſſer fatte, &
5525 da quali artefici:
Percioche e’ ſi ſaprà piu chiara, & eſplicata la ragione, & la
ſomma delle Colonne de capitelli, delle baſe, delle cornici, de frontiſpicij, delle
impiallacciature, de pauimenti, delle ſtatue, &
di ſimili altre coſe, le quali ſi ap-
partengono o a ſtabilire, o ad adornare vno edificio.
Non giudico ſia da pre
termettere che il far modegli liſciati, &
per dire coſi arruffianati da dilicatezza
6630 di pittura, nõ s’aſpetta a quello Architettore che ſi vuole ingegnar e d’inſegnare
la coſa;
ma è officio da Architettore ambitioſo, ilquale ſi sforzi allettando gli oc
chi, &
occupando l’animo di chi gli riguarda, rimouerlo dalla diſcuſsione delle
parti, che ſi debbono cõſiderare, &
inducerlo a marauigliarſi di lui. Per il che
io non vorrei chei Modegli ſi finiſsino troppo eſattamente, nè troppo dilicati,
7735 nè troppo terſi, ma ignudi &
ſemplici, ne quali ſi lodi piu lo ingegno dello in-
uentore, che la arte del maeſtro.
Tra il diſegno del dipintore, & quello dello
architettore, ci è queſta differentia, che il dipintore ſi affatica con minutiſsi-
me ombre, &
linee, & angoli far riſaltare di vna tauola piana in fuori i rilieui:
& lo Architettore non ſi curando delle ombre, fa riſaltare in fuora i rilieui me-
8840 diante il diſegno della pianta, come quello che vuole che le coſe ſue ſieno ri-
putate non dalla apparente proſpettiua, ma da veriſsimi ſcompartimenti, fon-
dati ſu la ragione.
Per tanto biſogna fare in tal modo i modegli, & eſaminarli
teco ſteſſo, &
inſieme con altri, tanto diligentemente; & riuederli di nuouo, &

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