1menti, come si può veder appo ‘l Clavio nella
Sfera, e vi sia collocato anchora altri cerchij nuovi, col mezzo de’ quali
mostrano la diversità dell’apparenza de’ pianeti; ma ancho vi hanno formato
diverse figure angolari, e diversi intersegamenti d’archi e per conseguenza
anchora molte e diverse maniere d’angoli per dimostrare alcune cose, che con
ragioni naturali pruovar non si potevano.
Di modo che supposta la figura natutale de’ Cieli gli Astronomi forzati a
dimostrar i varij effetti di essi, e non havendo altre dimostrationi, che le
matematiche, e non convenendogli usar quelle de’ Filosofi naturali, oltre
all’altre cose costituirono nelle Celesti Sfere diversi cerchij posti in
diversissimi modi, ed in guisa che tagliandosi insieme, formano angoli tal
hora retti, tal hora ottusi e tal hora acuti; onde risultano ancho diverse
specie di figure e varie portioni d’archi.
Né questa fu solamente pura immaginatione loro, ma imaginatione ritratta
dalla osservation de’ corpi celesti i quali fra loro muovendosi diversamente
e secondo diverse positure, formano varij giri che tagliandosi variamente
insieme, costituiscono diverse specie d’angoli e di figure.
Onde non è maraviglia se Proclo nel 2° lib. d’Euclide, nel cap. 11° dica che
agli Dei delle progressioni e del movimento, donatori delle varietà delle
potenze sì come dano gli angoli ottusi e gli acuti.
E che sono altro questi Dei che l’Intelligenze, che assistono a’ corpi
Celesti per dargli ‘l movimento sì come è commun parere de’ Peripatetici?
Anzi sono l’anime de’ Cieli, come è oppinione di essi e de’ Platonici
anchora, sì come afferma Marsilio Ficino nella Teologia di
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Platone e ‘l Cardinal Bessarione nelle calunnie dell’istesso cap. 10° del 2° lib. Queste secondo l’oppinion di Guglielmo Postello nel lib. dell’Origine della Toscana etc. sono i Genij stessi così appellati; perciochè sovrastano alla generatione in tutti que’ luoghi a quali assistono: e conservono tutte le generationi degli animali e delle piante nelle nature loro determinate a una specie, ad un luogo e ad una maniera di gente. Onde chiunque è nato in Grecia, grecheggia, o ‘n Italia, italianeggia, o ‘n Francia, franceseggia per natura e ciò si potrebbe confermare col detto di Marsilio Ficino sopra Plotino nella En. seconda. Egli dice in quel luogo, che i Celesti Dei provedono ciascuna cosa agl’ inferiori, overo, con l’autorità del Ficino sopra Protagora e nel 12° cap. del Timeo di Platone, diciamo che gli Dei suddetti non sieno altro che le stelle, le quali col movimento loro formano varij cerchij che intersegandosi insieme producono angoli diversi, come si è detto. E perché si chiamano donatori delle potenze delle varietà, se non perché infondono nelle cose inferiori varie dispositioni e diverse ragioni di forme sostantiali e son cagione in noi di quasi innumerabili inclinationi? Tutti effetti maravigliosi cagionati da’ Cieli in queste basse cose. Ma poniamo da parte queste filosofiche speculationi e torniamo al proposito nostro. Gli angoli adunque delle figure celesti che appo Jacomo Carpentario, nel cap. 11° sopra Alcinoo, dagli Oracoli son chiamati congiognimenti e nodi; perciochè sono immagini delle unioni ristregnementi e delle divine congiuntioni per le quali quelle cose che per natura loro son separate scambievolmente si accos
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Platone e ‘l Cardinal Bessarione nelle calunnie dell’istesso cap. 10° del 2° lib. Queste secondo l’oppinion di Guglielmo Postello nel lib. dell’Origine della Toscana etc. sono i Genij stessi così appellati; perciochè sovrastano alla generatione in tutti que’ luoghi a quali assistono: e conservono tutte le generationi degli animali e delle piante nelle nature loro determinate a una specie, ad un luogo e ad una maniera di gente. Onde chiunque è nato in Grecia, grecheggia, o ‘n Italia, italianeggia, o ‘n Francia, franceseggia per natura e ciò si potrebbe confermare col detto di Marsilio Ficino sopra Plotino nella En. seconda. Egli dice in quel luogo, che i Celesti Dei provedono ciascuna cosa agl’ inferiori, overo, con l’autorità del Ficino sopra Protagora e nel 12° cap. del Timeo di Platone, diciamo che gli Dei suddetti non sieno altro che le stelle, le quali col movimento loro formano varij cerchij che intersegandosi insieme producono angoli diversi, come si è detto. E perché si chiamano donatori delle potenze delle varietà, se non perché infondono nelle cose inferiori varie dispositioni e diverse ragioni di forme sostantiali e son cagione in noi di quasi innumerabili inclinationi? Tutti effetti maravigliosi cagionati da’ Cieli in queste basse cose. Ma poniamo da parte queste filosofiche speculationi e torniamo al proposito nostro. Gli angoli adunque delle figure celesti che appo Jacomo Carpentario, nel cap. 11° sopra Alcinoo, dagli Oracoli son chiamati congiognimenti e nodi; perciochè sono immagini delle unioni ristregnementi e delle divine congiuntioni per le quali quelle cose che per natura loro son separate scambievolmente si accos