Alberti, Leon Battista, L' architettura

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4137LIBRO SECONDO. da capo, che e’ non ſia nella tua opera coſa alcuna ſe ben minima, che tu non ſap
pia, &
chente, & quale la ſia, che luoghi & quáto ſpatio debba occupare, & a che
uſo ſeruire:
& malsimamente piu che tutte l’altre coſe ſi debbe cõſiderare la ra-
gione da fare le Coperture eſpeditiſsime.
Imperò che le Coperture certo per
la lor natura, ſe io credo bene, infra tutte l’altre coſe, che edificarono i Mortali,
115 furono le prime, che arrecarono loro quiete;
di ſorte che e’ non ſi negherà che
per conto delle Coperture, non ſolamente ſi ſiano trouate le mura, &
quelle
coſe, che con le mura ſi tirano in alto, &
ne cõſeguono: ma eſſerſi trouate ancora
le coſe, che ſi fanno, ſotto il terreno come ſono icondotti, &
i canali, & i riceui-
menti d’ Acque piouane, &
le fogne, & ſimili. Io certo piu che eſſercitato dallo
2210 uſo di coſe tali, sò quanto e’ ſia difficile, condurre una opera che in lei ſieno le
parti congiunte con degnità, commodità, &
gratia; cioè che elleno habbino sì le
altre coſe da eſſerne lodate, sì ancora una uarietà di ornate parti, qual ſi ricerca
alla conuenienza, &
ragione delle proportioni; è certo queſta, o Dio, coſa gran-
de, ma il coprir tutte queſte coſe, con coperture accõmodate, deſtinate, conue-
3315 nienti, &
atte, io giudico che non ſia opera ſe non da ſauio & ſagace ingegno.
Finalmente quando tutto il Modello, & la inuentione della opera piacerà grãde
mente, &
a te, & a gli altri di ciò eſercitatiſsimi, in modo che tu non ui habbia dẽ
tro dubbio alcuno, o che tu deliberi che e’ nõ ui ſia coſa alcuna, che ſi poſſa me-
glio eſaminare.
Io ti auertiſco, che tu non corra a furia, pcr deſiderio di edifi-
4420 care, a cominciare la opera, rouinando muraglie antiche;
o a gittare i gran diſ-
ſimi fondamenti di tutta la opera, il che fanno gli inconſiderati, &
i furioſi; Ma
ſe tu farai a mio modo ſopraſſederai per alcun tẽpo, tanto che queſta approuata
inuentione diuenti uecchia.
Come quello, che finalmente ti rauedrai di tutte
le coſe, quando non tirato dallo amore della tua inuentione, ma da le ragioni
5525 del diſcorſo, ne giudicherai piu conſideratamente.
Percioche in tutte le coſe,
che ſi hanno da fare, il tempo ti moſtrerà aſſai coſe, che tu contrapeſerai, &

conſidererai, le quali ſe ben tu fuſti accuratiſsimo, ti erano fuggite.
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Che altri non ſi debbe mettere a impreſe, che ſieno oltre alle forze ſue, nè contraſtarc alla
natura, & che e’ ſi debba conſiderare non ſolo quel che tu poſſa, ma quel che tiſi conuen- ga, & in che luogo quel che tu harai a fare. Cap. II.
NEl rieſaminare i Modegli, è di neceſsità che infra le ragioni da eſami-
narſi ti ſi faccino innanzi queſte coſe.
Primieramente che tu nõ ti met
7735 ta a coſa, che ſia ſopra la poſſanza de gli huomini, &
che tu non ti accinga
a far coſa, che e’ ſi habbia a combattere del tutto contro alla natura delle coſe.
Et ſe bene alcuna uolta ſi contraſta contro la forza della natura con qualche
mole, o con qualche forza ſi ſtorce, ella pure è tale che ella ſaprà ſuperare, &

gittar uia ciò che ſe gli contrappone, &
l’impe liſce; & ogni repugnantiſsimo
8840 oſtaculo (per dir coſi) di tutte le coſe, che ſe gli oppongono con la (di giorno
in giorno) continoua perſeueranza, col tempo, &
con la abbondanza, rouina
&
getta per terra, il tutto. Quante infinite coſe fatte dalle mani degli huomini
leggiamo, &
ueggiamo noi, non eſſere durate; non per altra cagione, ſe

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